Columbu ringrazia, ma dice no. E sembra fallire sul nascere il tentativo, annunciato ieri in pompa magna, di creare un polo alternativo del centrodestra guidato dal presidente del Psd’Az. Il regista Giovanni Columbu in un articolo di oggi sul sito del Psd’Az annuncia di avere declinato la proposta di candidatura a sindaco. Sul suo nome si sarebbero dovuti riunire gli scontenti di Forza Italia, il Psd’Az, Noi Con Salvini, e i Riformatori di Vargiu. Ma proprio Vargiu, in un’intervista rilasciata oggi a Casteddu Online, a sua volta dice no all’ipotesi e afferma di non volere partecipare a strani “minestroni”. Strani davvero, perchè il gruppo consiliare di Forza Italia sarebbe in guerra con Cappellacci sulla scelta di sostenere Massidda.
Ma è dentro il Partito Sardo D’Azione che sta succedendo un vero terremoto. Infatti sembrava a un passo l’accordo tra il Pd e i sardisti, poi sono cominciati i dubbi nel centrosinistra sull’alleanza con Gianni Chessa, uno dei pochi negli ultimi anni ad avere fatto opposizione vera a Zedda. E da qui era nata l’idea di un candidato anti-Massidda. Ma nella nota che leggerete tra poco di Columbu c’è un aspetto che sembra rendere impossibile l’alleanza con il centrosinistra: di fatto viene contestato il no al parcheggio sotterraneo di via Roma, uno dei primi no di Zedda 5 anni fa. Un aspetto programmatico sul quale allearsi ora sembra impossibile.
Ma ecco le parole di oggi di Giovanni Columbu: “Con riferimento alla notizia secondo cui sarei candidato sindaco a capo di un raggruppamento di liste per le comunali di Cagliari posso confermare che si tratta di un proposta effettivamente pervenuta al Partito Sardo e a me un paio di giorni fa.
Una proposta che personalmente ho valutato come ritengo che sia giusto, senza pregiudizi ideologici, guardando concretamente al futuro di Cagliari e della Sardegna e tuttavia escludendo una mia candidatura per questa o altra formazione politica a causa dei miei impegni professionali.
Confermo invece il sostegno all’azione intrapresa a Cagliari dal Partito per porre al centro di ogni possibile convergenza alcuni punti programmatici che riguardano la cultura, l’urbanistica e la società.
Il primo di questi punti riguarda il ruolo di Cagliari rispetto al proprio entroterra.
Occorre che Cagliari sia innanzitutto capitale morale della Sardegna, interprete delle sofferenze del territorio che sta alle proprie spalle e non di meno dei tanti e straordinari motivi di fascino e di bellezza che caratterizzano quel territorio.
Cagliari non potrà che avvantaggiarsi dal rappresentare pienamente l’intera Sardegna.
Il secondo punto riguarda l’apertura al mare e idealmente al mondo.
Occorre restituire il fronte della città al rapporto col mare ripristinando il progetto di un passaggio sotterraneo o subacqueo che renda possibile lo scambio di traffico tra la costa a est e a ovest senza passare per la via Roma.
Questa è la più importante e necessaria riforma urbanistica, sociale e culturale che oggi occorre a Cagliari.
Infine intendiamo varare un programma di assistenza in favore dei diseredati e dei più bisognosi”.