Una cattedrale nel deserto, una pattumiera con quei “rimasugli” di cemento o quel che resta di edifici che hanno fatto parte della storia della città. A Giorgino il tempo pare essersi realmente fermato, non appena si percorre a pochi chilometri da Cagliari la 195 e ci si dirige verso lo svincolo per quel budello di strada-letamaio, si rimane di stucco. C’è di tutto, accanto a quella che un tempo era la Villa dell’omonimo Dottor Mario Aresu, sulla parte sinistra, i rifiuti: buste piene zeppe di ogni cosa, eternit, macerie, materiale plastico, vecchi elettrodomestici e tanto altro ancora. Poi, basta percorrere ancora quel pezzetto di asfalto “sgretolato” e laddove quarant’anni fa c’era la sabbia bianchissima ora vi è soltanto degrado, abbandono. Si arriva poi a scorgere l’ex carcere minorile, la targa invecchiata cita “viale Pula 195”. Ancora rifiuti, tutt’intorno tra la cancellata esterna dell’omonimo casermone in cemento armato.
Durante il giorno e anche di notte, decine di automobili parcheggiate: quasi tutte con uomini soli dentro, luogo di incontri “proibiti” e last minute, poi qualche pescatore che si dirige in fondo ad una sorta di banchina. Eppure un tempo qui abitavano due sorelle cagliaritane: avevano una mastodontica villa con una vista mozzafiato. Eppure, sono trascorsi tanti anni, ma i ricordi memorabili restano, impressi nelle menti di tanti cagliaritani.
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