Sette anni e 3 mesi di reclusione per il cardinale Angelo Becciu. La richiesta è del promotore di giustizia del Vaticano Alessandro Diddi, il quale, per i dieci imputati sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, ha chiesto complessivamente 73 anni e un mese di reclusione, più pene interdittive e pecuniarie di vario tipo. Nel mirino la compravendita di un palazzo a Londra costato cifre esose alle cesse dello Stato Pontificio. Protestano i legali del prelato sardo.
“Le richieste del promotore di giustizia non tengono conto degli esiti del processo, che ha dimostrato l’assoluta innocenza del cardinale per l’operazione relativa al Palazzo di Londra e per ogni altra accusa”, dichiarano gli avvocati Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione, difensori di Becciu. “sulla base di teoremi clamorosamente smentiti in dibattimento, il promotore di giustizia ha continuato a sostenere una tesi sganciata dalle prove e ne prendiamo atto”.
La Diocesi di Ozieri, rappresentata dal Vescovo monsignor Corrado Melis, ha ritenuto “indispensabile manifestare profonda amarezza e umano sconforto per le richieste di condanna formulate dal Promotore di Giustizia presso il Tribunale Vaticano nei confronti di Sua Eminenza il Cardinale Angelo Becciu.
Per la parte della requisitoria relativa al fronte sardo, di cui si apprende dalla stampa, si nega recisamente che il Cardinal Becciu abbia interferito o operato interventi diversi da quelli afferenti al ruolo istituzionale nella gestione della Diocesi di Ozieri, né sul piano strettamente amministrativo, né per ricercare favori o benefici a vantaggio personale di terzi, tanto meno di suoi familiari o di persone vicine a Sua Eminenza. I conti della Diocesi sono sempre stati amministrati, sotto la supervisione degli organi preposti, secondo i canoni del diritto della Chiesa e dello Stato italiano e non vi è mai stato, da parte di alcuno, profitto o utilità conseguiti per finalità estranee alla destinazione caritatevole e solidale delle risorse a diverso titolo amministrate dalla Diocesi e dalla Caritas, unitariamente considerate in ragione dello scopo comune attuato dai due Enti religiosi”.











