Il delitto di Garlasco è ancora protagonista con un nuovo, importante tassello che va ad incastrarsi con tutte le altre vicende delle ultime settimane attorno all’omicidio della 26enne Chiara Poggi. Si è mostrato, a volto scoperto, per confermare la sua verità l’investigatore privato Gianni Bruscagin. L’uomo è stato intervistato dalla trasmissione Le Iene andata in onda ieri sera.
Una decisione, quella di uscire dall’anonimato, assunta dopo essersi sentito diffamato, a detta sua, dall’avvocato della famiglia Poggi, Luigi Tizzoni, in seguito alla puntata della settimana precedente. Bruscagin aveva riferito di aver parlato con una donna, ormai deceduta, vicina della nonna delle gemelle Cappa. La signora avrebbe visto una delle due, Stefania, entrare in casa con in mano un borsone e in evidente stato di agitazione. La casa della nonna delle gemelle di trova proprio vicino al canale Tromello, dragato alcuni giorni fa per trovare l’arma del delitto. Informazioni che l’uomo aveva trascritto e ha anche mostrato alle telecamere: “L’ho fatto per non dimenticare. Ho detto la verità, non ho paura di niente”.
In merito all’avvocato della famiglia Poggi, Bruscagnin racconta: “Era stato lui a cercarmi. Mi ha chiamato e ci siamo visti, mi ha chiesto aiuto. Mia mamma lavorava da sua mamma. Il giorno dopo aver saputo di Stefania Cappa sono andato da lui e mi ha stoppato. Secondo lui non si poteva fare perché c’era già una pista che si stava seguendo. Non mi ha detto di andare dai carabinieri, ma ho parlato io con un colonnello che conoscevo e che mi ha detto che rischiavo di andarci di mezzo io. Lui era di Milano, mi ha messo in allerta perché diceva che coloro che si stavano occupando del caso non erano affidabili”.
“Era una delle tante persone che nel settembre-ottobre 2007 mi contattavano, anche perché c’era una pressione mediatica come quella di oggi, proponendo tesi, e proponendosi come investigatore privato, una delle tantissime attività che ha svolto nella sua vita”, ga riferito Tizzoni. “Io gli ho detto che non eravamo interessati perché non c’era nulla di concreto in quello che diceva, ma di andare dai carabinieri, cosa che mi risulta essere avvenuta”.
Un terribile caso di cronaca tornato tragicamente alla ribalta in cui ci sono equilibri estremamente delicati e nuovi spunti sui quali gli inquirenti continuano a lavorare.












