Non cessano le novità circa le perizie e gli esami sui reperti e le impronte nella tristemente nota villetta di Garlasco, dove 18 anni fa è stata uccisa a 26 anni Chiara Poggi. In particolare, la discussione riguarda la famosa “impronta 33” rilevata sul muro di casa Poggi, non distante da dove è stato ritrovato il corpo di Chiara.
A sostenerlo sono Luciano Garofano e Luigi Bisogno, i due consulenti nominati dalla difesa di Andrea Sempio, rappresentata dai legali Massimo Lovati e Angela Taccia, in un’integrazione depositata oggi della consulenza.
“Il metodo seguito non è stato rispettoso dei protocolli che riguardano gli esami delle impronte papillari e non ha seguito le regole imposte da quel settore scientifico”, ha detto nei giorni scorsi l’ex generale del Ris di Parma Garofano. E aggiunge: “La regola vuole che le minuzie siano preliminarmente individuate con obiettività e poi fotografate” e invece nella consulenza tecnica degli esperti incaricati dalla procura Giampaolo Iuliano e Nicola Caprioli le 15 minuzie attribuite all’indagato “non sono documentate”.
Stando ai consulenti, quindi, sarebbero stati scambiati dei segni sul muro per l’impronta di Andrea Sempio. Equilibri e perizie estremamente delicate che cercano di far luce totalmente su ciò che è accaduto la mattina del 13 agosto 2007 e, soprattutto, perché.
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