Alla vigilia del 18esimo anniversario della morte di Chiara Poggi, arriva un’ulteriore importante novità riguardante il DNA “Ignoto 3”. La Procura di Pavia informa che il DNA ritrovato sul tampone orale della 26enne appartiene ad un altro cadavere ed è frutto di contaminazione involontaria in sala autoptica. Quindi, in sostanza, si può affermare che non esiste alcun “Ignoto 3” sulla scena del delitto.
“A seguito del rinvenimento di un profilo genetico su una garza, utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico della bocca della vittima- spiega il comunicato firmato dal procuratore Fabio Napoleone – la Procura di Pavia ritenendo possibile una contaminazione con precedenti esami autoptici, ha disposto approfondimenti specifici. Tali verifiche comparative, non previste nell’ambito dell’incidente probatorio, sono state effettuate dai genetisti Carlo Previderé e Pierangela Grignani, consulente tecnico del pm al fine di evitare eventuali indagini su soggetti terzi”.
“La decisione è stata presa – prosegue la nota della Procura – per consentire di concentrare gli accertamenti peritali, affidati alla genetista forense Denise Albani, il cui operato ha ricevuto unanime riconscimento da tutte le parti coinvolte per la serietà e la metodologia adottata, sul materiale rilevato”.
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