Le belle storie raccontate al nostro giornale, quelle che volentieri pubblichiamo perché è piacevole leggerle pensando ad una vittoria, ad un obiettivo raggiunto, come monito per chi non vuole mollare, per chi ha tenacia e spirito per “combattere”. Giorno dopo giorno, in gruppo o da soli.
Oggi è il caso di Francesco Frau, atleta nonché editor della pagina FB Asd Saspo Onlus: lui ha scritto due righe sull’esperienza fatta durante il raduno paraolimpico di Olbia: «Dal 27 al 29 Novembre, ho partecipato a un meeting nazionale di atletica leggera e della boccia paralimpica. Tutto si è svolto al Geovillege, un bellissimo villaggio turistico, al nord della Sardegna. La disciplina della boccia paralimpica che in Italia sta nascendo in questi anni, permette alle persone con diverse disabilità, di poterla praticare. È una disciplina molto divertente, che riesce a coinvolgere molte persone. A seconda della propria disabilità, possiamo avere diverse categorie : la categoria BC1, include delle persone con lesioni celebrali gravi, non progressive. L’atleta BC1, può essere aiutato da un’assistente, per posizionare la propria carrozzina, o passare la boccia. Senza avere un contatto fisico. L’atleta con la categoria BC2, ha delle lesioni celebrali non progressive e che non può avere l’aiuto di un’assistente. Ma può essere aiutato dall’arbitro, per entrare in campo, o per recuperare una boccia caduta in terra. Noi con la categoria BC3 con paralisi celebrali, come me e Paolo Puddu, utilizziamo una rampa per lanciare la boccia. In alcune situazioni, possiamo utilizzare anche un caschetto, o una fascetta sulla fronte con un puntatore. Per dare un minimo colpetto alla boccia e farla rotolare nella rampa. Abbiamo la necessità di un assistente, per orientare la rampa dove desideriamo noi, per posizionarci la carrozzina e il puntatore. L’assistente, non può avere un contatto fisico con noi e non può assolutamente, guardare l’area di gioco. Può spostarsi da una parte o dall’altra della rampa, in modo da garantirci un buon lancio. E per garantire una buona visione al nostro avversario, durante il lancio. La categoria BC4, include le persone affette da una disabilità non generativa. Ogni categoria, ha un tempo minimo, per effettuare il lancio. Infine la categoria BC5, include le persone non classificabili, né come BC2 e né come BC4. E il 19 dicembre, io e Daniele Massidda siamo stati a Porto Torres, per una dimostrazione con dei ragazzi delle scuole superiori. È stata anche un’occasione di sensibilizzazione».
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