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“L’opera di occultamento è complessa e ci son stati più passaggi in quell’area, volti a rendere più impenetrabile possibile il luogo dove son stati trovati i resti. Quell’attività, a mio modo di vedere, può essere stata compiuta in più riprese e da soggetti diversi”. L’ha detto la criminologa Roberta Bruzzone, ipotizzando il ruolo di uno o più complici nella fase di occultamento del cadavere di Francesca Deidda, la 42enne sparita da San Sperate il 10 maggio e ritrovata senza vita in un borsone da calcio il 18 luglio. Per quel delitto è in carcere il marito Igor Sollai, 43 anni, che continua a dichiararsi innocente. Bruzzone, nominata consulente dal legale della famiglia Gianfranco Piscitelli, è a Cagliari per un sopralluogo. Secondo la criminologa anche la premeditazione “non si può escludere”.