Francesca Giraldi, docente dell’istituto professionale Pertini sta per partire per una missione umanitaria nel campo profughi di Idomeni. O meglio di quel che rimane, dopo lo sgombero massiccio dello scorso maggio da parte della polizia greca. Un luogo simbolo del fallimento della politica in questione d’accoglienza migranti. Qui si sono riversate migliaia di profughi dalla Siria, dall’Afghanistan, dal Kurdistan. Quello che era un territorio di passaggio verso l’Europa è diventato il più grande campo profughi della Grecia. Quando i Governi europei hanno iniziato a chiudere le frontiere e alzare le barriere di filo spinato. Qui sono imprigionate migliaia di persone. E per aiutare loro sono tante le associazioni che portano soccorso a queste persone e ai bambini colpevoli di essere nati, da quella parte del mondo.
Francesca partirà con la prossima missione dell’Associazione di Volontariato Time4Lifes, il 17 giugno. Porteranno aiuti umanitari: dal cibo in scatola, al latte in polvere, ai medicinali, al vestiario, tutto ciò che occorre. Ha deciso di portare un po’ di colore e serenità con giochi, quaderni e colori per i tantissimi bambini presenti. Perché anche loro hanno il diritto di giocare.
“Avevo programmato di svolgere attività di animazione e attività creative nelle quali i bambini si cimenteranno prima disegnando, poi raccontando le loro storie, che poi interpreteranno attraverso il teatro. Porterò, infatti, anche i teatrini legno “Kamishibai”, costruiti da un generoso falegname che ha voluto a contribuire alla missione costruendo questo gioco. Questo progetto nasce come attività dell’associazione che sto costituendo “Letteracura”, che si occupa di utilizzare la narrazione come momentanto di crescita personale e di cura della persona”.
Partirà con i doni che ha racimolato grazie all’aiuto di tantissmi cagliaritani:”La generosità è grande. Le persone sono pronte a dare”, dice Francesca.
Questa, per la docente di psicologia dell’Istituto Professionale Pertini non è la prima esperienza di volontariato: lo scorso anno è stata in missione umanitaria per un mese in Zambia, fra gli obiettivi del progetto insegnare a coltivare l’orto. E’ stata poi nel campi profughi in Tibet, qui avuto la fortuna di conoscere in Dalai Lama.
“Sono esperienze altamente formative – racconta- trovi sempre un calore umano, un affetto speciale e quanto torni qui capisci che abbiamo smarrito il senso di ciò che è importante. In questi posti dove non hanno nulla, trovi sempre qualcuno disposto ad aiutarti. Sono esperienze che ti scaldano il cuore.”
Nella foto Francesca a Lusaka Kanyama con l’associazione L’AFRICA Chiama










