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Certo non può essere un calcolo matematico perfetto, ma la tendenza c’è tutta ed è di certo più significativa dei numeri. Il dato che emerge dalle ultime amministrative in Sardegna, a parte uno spaventoso astensionismo pari ormai alla metà di chi ha diritto al voto, è chiaro: il Partito sardo d’azione del governatore Christian Solinas, e la Lega di Salvini che in Sardegna gestisce tre quarti del bilancio regionale con Sanità e Trasporti, a cui si aggiunge il Personale, continuano a perdere consensi. I due partiti, strani alleati dal 2018, con il doppio obiettivo di riportare i sardisti in parlamento e di strappare la regione al centrosinistra, obiettivi peraltro entrambi riusciti, di sicuro non possono più contare sui numeri che tre anni e mezzo fa li hanno catapultati a villa Devoto e dintorni. La cosa ancora più eclatante, è che di fatto Psd’Az e Lega sono gli unici partiti della coalizione di centrodestra ad aver perso consensi sia a Selargius che a Oristano, centri che entrambi – paradossalmente – hanno incoronato il centrodestra già al primo turno con gli altri partiti della coalizione – Forza Italia, Riformatori, Fratelli d’Italia e Sardegna 20Venti – in crescita di consensi.
Non ha premiato neanche l’operazione Selargius, con i sardisti al 5,9% ovvero la metà di tre anni fa, una sorta di prova generale di quell’operazione politica di cui da tempo si mormora, ovvero allearsi col centrosinistra alle prossime regionali, per i sardisti un’abitudine consolidata andare da una parte all’altra a seconda dei sondaggi e degli umori, delle ambizioni e degli obiettivi.
La coalizione guidata da Concu, nonostante fosse orfana del Psd’Az che gli ha preferito il Pd, ha centrato un 58 e passa percento che permetterà di continuare ad amministrare senza colpo ferire e senza rendere conto ai sardisti. Un po’ meglio è andata per i sardisti a Oristano con quasi l’8%, ma comunque in calo.
La disaffezione degli elettori al duetto sardo leghista è dunque già iniziata e avanzata. A Selargius il Carroccio è l’ultimo partito della coalizione con neanche il 4%. Aver tirato per le lunghe un rimpasto, che appassiona solo chi quelle poltrone deve occuparle, mentre la gente fa i conti con la vita vera, ha oggi un effetto molto chiaro: saranno Psd’Az e Lega a dover fare un passo indietro in giunta, sacrificio che – visti i risultati – non possono più chiedere agli alleati.