Flavio Briatore si schiera con i pastori sardi: “Ecco le 6 richieste per la vostra protesta”

L’imprenditore “papà” del Billionaire di Porto Cervo lancia l’hashtag #iostoconipastorisardi e snocciola consigli per sbloccare la situazione di crisi: “Gli industriali presentino i loro contratti di vendita degli ultimi 3 anni e il consorzio di tutela elegga rappresentanti ogni due anni per evitare gruppi di potere”


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Flavio Briatore dalla parte dei pastori sardi. L’imprenditore italiano, “famoso” anche per essere il “papà” del locale Billionaire in quel della Costa Smeralda, si schiera al fianco degli allevatori in protesta. E lancia sei punti-richieste che potrebbero essere utili per far vivere una nuova “primavera” a tutto il settore. Dal prezzo a 1 euro ma deciso sulla base di tutta una serie di parametri alla pubblicazione, da parte dei maggiori industriali, dei contratti di vendita degli ultimi tre anni – e anche dei nomi delle persone alle quali hanno venduto il formaggio all’estero – passando per una “quantità fissa” dei formaggi di qualità prodotti e il loro prezzo sul mercato. Ecco qui, direttamente dalla sua pagina pubblica di Facebook, i sei punti.

“#iostoconipastorisardi richieste pastori in protesta.Vogliamo: 1) che i maggiori industriali presentino pubblicamente i loro contratti di vendita degli ultimi 3 anni.Comunicando a chi hanno venduto il formaggio all’estero; 2) che sia fissata la quantità di formaggi di qualità diversa e il prezzo sul mercato per quantificare gli introiti, quindi i maggiori ricavi degli industriali,non legati al romano. 3) Che il presidente e tutto l’organo sociale del consorzio di tutela si dimetta immediatamente lasciando il posto a rappresentanti eletti ogni 2 anni in modo da evitare il cristallizzarsi di gruppi di potere. 4) Che venga imposto l’obbligo a coloro che siano titolari di impianti di trasformazione di latte ovino, di comunicare mensilmente, al Ministero Politiche Agricole:
a)quantità di latte trasformato; b) quantità di latte importato destinato alla trasformazione, i paesi di provenienza e il costo al litro; c) quantità di latte esportato; d) quantità di latte destinato alla lavorazione del pecorino romano e quantità di latte destinato alla trasformazione in formaggi di altre specie;
5) Che il prezzo del latte non possa essere <1 euro +IVA e che la formazione del prezzo si evinca da formule matematiche legate al prezzo contrattuale, di esportazione e di contratti già firmati, entro 1 aprile dell’anno precedente alla campagna del latte. Il prezzo dovrà essere monitorato da un ufficio istituito all’assessorato all’Agricoltura di cui faranno parte membri eletti dagli operatori di filiera e della pubblica amministrazione. Il prezzo verrà stabilito con delibera di giunta regionale su proposta dell’assessore all’Agricoltura comunicando preventivamente al Ministero Politiche Agricole le modalità di calcolo del prezzo. 6) Chiediamo di trasmettere,se emergono irregolarità, gli atti alle competenti Procure Repubblica e all autorità garante della concorrenza sul mercato per analizzare l’andamento delle vendite dei formaggi pregresse da cui emerga la situazione di cartello che dura da oltre 30 anni, dando le necessarie sanzioni”.