Filippo Turetta è in carcere a Verona. E’ arrivato a fine mattinata all’aeroporto di Venezia a bordo di un Falcon dell’aeronautica militare: addosso la stessa tuta che indossava una settimana fa quando fu fermato dalle autorità tedesche, barba incolta e mani e piedi ammanettati al momento della consegna alle forze dell’ordine italiane.
Turetta, reo confesso dell’orribile, efferato, spietato e probabilmente anche premeditato assassinio della ex fidanzata Giulia Cecchettin, 22 anni, a pochi giorni dalla laurea in Ingegneria che per lui era ancora un traguardo lontano, è arrivato in Italia proprio nella giornata in cui si celebra l’eliminazione della violenza contro le donne. 105 femminicidi, in Italia, nel 2023, quello di Giulia ha scosso le coscienze di tutti in modo particolare, e grazie all’impegno, alle denunce e alal mobilitazione della sorella Elena ha alimentato un moto di indignazione sfociato nelle manifestazioni in tutt’Italia con centinaia di migliaia di persone per dire basta a quella che è ormai considerata una mattanza.
Turetta è rimasto fermo sulla pista per pochi minuti in un’area riservata dello scalo veneto. Secondo le prime indiscrezioni, Turetta sull’aereo non avrebbe detto nulla e si sarebbe mostrato tranquillo e rassegnato durante tutto il volo, senza mai far accenno all’accaduto. Poi la discesa del giovane che è stato portato negli uffici della polizia dagli investigatori italiani dello Scip che lo hanno scortato durante il tragitto. Indossava un giubbotto blu, una tuta sportiva e scarpe da ginnastica, gli stessi che ha tenuto indosso dal momento della sparizione con Giulia.
Davanti al carcere, al suo arrivo, un gruppo di persone lo hanno insultato e rivolto improperi. In cella sarà con un’altra persona, contrariamente a quanto ipotizzato inizialmente, per evitare gesti autolesionistici.
Non si sa ancora quando potrà vedere il suo avvocato e i genitori.
(Foto LaPresse)









