Per il figlio di Beppe Grillo accusato di stupro con tre amici in Sardegna ancora nessuna decisione: si va al 26 novembre

Oggi udienza flash, il giudice ha dato l’ok alla trascrizione delle intercettazioni da parte di un perito. Una delle ragazze sarebbe stata prima fatta ubriacare e poi violentata a turno dai 4, l’amica filmata con atti osceni mentre dormiva. Tutto si sarebbe svolto due anni fa nella villa a Porto Cervo del comico genovese e fondatore del Movimento 5 stelle


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È rinviata al 26 novembre la decisione del giudice sul rinvio a giudizio, per violenza sessuale di gruppo, di Ciro, figlio del comico e fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, e dei tre amici Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. In quella data, secondo il procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso, il gup potrebbe già esprimersi: gli imputati, come è stato confermato oggi dall’avvocato Andrea Vernazza, non si avvarranno del rito abbreviato ma di quello ordinario. Oggi, assenti tutti e quattro i ragazzi, si è tenuta un’udienza flash: solo il tempo di chiedere la trascrizione delle intercettazioni, già agli atti del processo, e il gup Caterina Interlandi ha aggiornato l’udienza al 26, non più al 12 come previsto dal calendario precedente. La trascrizione delle intercettazioni, richiesta dalla difesa di uno dei ragazzi, dovrà essere depositata entro il 15 novembre.

“L’enfatizzazione mediatica è una prova dura. Ogni volta che si parla di questa vicenda sui giornali, per la mia assistita è come spargere sale sulla ferita”, ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno, arrivando al tribunale di Tempio, in Gallura. Nessun commento, invece, se non il rammarico per il prolungarsi di una vicenda dolorosa, sulla decisione di non ricorrere al rito alternativo. “E’ una scelta legittima su cui non mi sentirete mai esprimere un giudizio”, sottolinea Bongiorno, che difende la ragazza italo-norvegese di 19 anni, che ha denunciato lo stupro mentre i ragazzi hanno sempre sostenuto che si sia trattato di un rapporto consensuale.

I fatti risalgono alla notte fra il 16 e il 17 luglio del 2019. Ciro era in vacanza in Sardegna, nella villa di famiglia a Porto Cervo insieme agli amici. Secondo quanto ricostruito dall’accusa dopo la denuncia della ragazza, al termine di una serata passata a bere e ballare in alcuni locali della Costa Smeralda, i giovani invitarono la ragazza e un’amica a villa Grillo. Secondo quanto denunciato dalle due, che si sono costituite parte civile, la mattina intorno alle 9 Corsiglia avrebbe costretto la giovane a un rapporto sessuale non consenziente. Più tardi, Ciro, Vittorio ed Edoardo,  sempre secondo quanto sostiene l’accusa, avrebbero indotto la ragazza a bere mezza bottiglia di vodka, abusando di lei uno dopo l’altro, con tanto di immagini e video finiti sui social. Nei confronti dell’altra ragazza sarebbero invece stati messi in atto atti osceni mentre dormiva sul divano, anche in questo caso ripresi con foto e video.

Sarà un perito incaricato dal tribunale a trascrivere le intercettazioni. “Sono state accolte le richieste fatte su alcune attività tecniche svolte durante le indagini”, ha commentato soddisfatto il procuratore Capasso, rimasto da solo a rappresentare l’accusa dopo il trasferimento a Sassari della pm che per due anni ha svolto le indagini, Laura Bassani. Nell’aula Diomedi del tribunale di Tempio erano oggi presenti i difensori Andrea Vernazza, Romano Raimondo, Gennaro Velle, Ernesto Monteverde, Alessandro Vaccaro e Mariano Mameli. In difesa del figlio, qualche mese fa è intervenuto Beppe Grillo con un video che suscitò non poche polemiche, essendo stato diffuso nel pieno di una vicenda giudiziaria non ancora conclusa. I quattro ragazzi, avendo scartato l’ipotesi del rito abbreviato, rischiano condanne fra i 6 e i 12 anni di carcere.


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