È tutto pronto ormai per la 75esima edizione del Festival di Sanremo, che partirà ufficialmente domani sera. Al timone, anche nel ruolo di direttore artistico, Carlo Conti: “È un piacere tornare da queste parti”, le prime parole di Conti durante la consueta conferenza stampa pre-festival. E svela l’apertura della prima serata: “Sicuramente delle mie tre edizioni ci sono dei momenti che sono rimasti nel mio cuore, tra questi quando ho ospitato Ezio Bosso; per questo motivo voglio iniziare il mio Festival con un suo brano”, ha spiegato.
Accanto a Conti, durante la prima serata, ci saranno due professionisti ma soprattutto amici: Antonella Clerici e Gerry Scotti:”Sul palco avrei voluto una quarta persona: Fabrizio Frizzi”, ricorda nuovamente il conduttore. Che aggiunge: “Voglio rispettare i tempi televisivi, anche per questo ho preferito non inserire monologhi”. E a tal proposito, ci tiene a specificare: “Non ho avuto alcun tipo di indicazione o pressione politica. Ho detto no ai monologhi per questioni di tempo, ho preferito sintetizzare il più possibile. Penso che spesso sia più efficace una singola parola che non una lunga conversazione.” Come sempre Conti si dimostra solido, bravissimo a gestire ogni domanda e situazione come solo un professionista di livello è in grado di fare. E a chi gli chiede se si ritiene antifascista, risponde deciso: “Certo, che problema c’è? Ma trovo la domanda anacronistica: mi preoccupano altre cose del futuro. Ma non dovremmo dimenticare quello che hanno fatto i nostri genitori e i nostri nonni per la nostra libertà”. Conti prende in mano un’eredità sicuramente pesante, quella di Amadeus (con il supporto del fidatissimo Fiorello). Ma conosce benissimo quel palco e il mestiere, e non teme confronti: “Non è una sfida, i numeri di Amadeus sono imbattibili. Lui e Fiorello hanno fatto cinque Festival incredibili e uno con l’Ariston vuoto per il Covid superando ogni difficoltà. Non mi interessano gli ascolti, mi sveglierò alle 11. Non avrei mai accettato se fosse stata una sfida. Credo di non dover dimostrare niente a me stesso nella mia carriera.”Emozionati i due amici, Scotti e Clerici, presenti anche loro alla conferenza stampa: “Se riusciamo a trasmettere il modo che abbiamo di condurre e di intendere la vita e il nostro senso dell’amicizia, se riusciamo a far passare tutto questo per come noi siamo, sarà una cosa molto carina. Tutti e tre non dobbiamo dimostrare nulla”, afferma la conduttrice. Scotti invece ironizza con la consueta simpatia ed eleganza sul rapporto Rai- Mediaset e sulla sentenza del TAR-già impugnata- che riterrebbe illegittimo il Festival trasmesso sulla Rai: “Apprezzo la domanda molto futuristica, ma è più facile che io conduca il Festival qui alla Rai che Mediaset si prenda il baraccone Sanremo.”
Intanto, fra polemiche (che non mancano mai), gossip e curiosità che caratterizzano la settimana sanremese, ci pensa il grandissimo Pippo Baudo a scrivere le parole più adatte dedicate alla kermesse in una lettera pubblicata su La Stampa: “Davanti al tuo sipario che si spalanca l’Italia si ferma, ascolta e si ritrova. Sei specchio della nostra società, ne rifletti gioie e dolori, in tutte le sue declinazioni ed evoluzioni”, scrive Pippo. “Con la sfrontatezza e il coraggio della gioventù, mi gettai tra le tue braccia e tra quelle del pubblico. Andò bene, anche perché c’erano canzoni e artisti straordinari. Ecco perché, caro Sanremo, sono convinto che il cuore pulsante della tua storia siano le canzoni. Senza di esse, anche tu, con tutto il tuo splendore, rischieresti di spegnerti. Ti auguro di continuare a splendere, nel segno della bellezza, fino a raggiungere e superare il secolo di vita”.