Nuovi risvolti sul terribile femminicidio di Giulia Tramontano, uccisa insieme al bambino che portava in grembo, Thiago, il 27 maggio del 2023 nella sua casa di Senago dal compagno, Alessandro Impagnatiello.
Ora, il Tribunale civile di Milano ha condannato la cognata di Impagnatiello a risarcire con una cifra pari a 25 mila euro la famiglia di Giulia. Il motivo risiede nel fatto che la donna avrebbe acquistato l’auto dell’ex barman al “fine di sottrarre il predetto bene alle ragioni creditorie dei familiari di Giulia Tramontano”.
Questo è quanto stabilito dal giudice Francesco Pipicelli, che ritiene che questo gesto faccia parte di una manovra per far sembrare l’imputato – condannato in primo grado alla pena dell’ergastolo-nullatenente.
Fra l’altro, fu proprio in quell’auto che Impagnatiello trasportò il corpo senza vita di Giulia, massacrata con 37 coltellate, prima di gettarla dietro un muretto. L’auto risulta rubata dallo scorso ottobre, ma la famiglia Tramontano ha ben chiaro cosa significa per loro: “Alla famiglia di Giulia ciò che interessava era che questa macchina, sulla quale era stato nascosto e trasportato il corpo, non circolasse più liberamente, dato che non era stata sequestrata dalla Procura” ha spiegato l’avvocato Giovanni Cacciapuoti. I genitori, il fratello e la sorella di Giulia, hanno intentato quella “azione civile per la revocatoria della vendita dell’auto” – con prima udienza discussa lo scorso novembre mentre si stava concludendo il processo penale di primo grado sull’omicidio – per impedire che la macchina “andasse in giro liberamente, anche perché la Procura all’epoca aveva disposto solo il sequestro del pianale posteriore, dove erano state trovate tracce di sangue”.
Foto del nostro partner QN/Il giorno












