La Corte D’Assise di Venezia si è espressa oggi sul femminicidio della 22enne Giulia Cecchettin, uccisa con 75 coltellate l’11 novembre 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta.Il giovane è stato condannato alla pena dell’ergastolo e viene quindi confermata la richiesta del pm Petroni nell’udienza dello scorso 25 novembre. Oltre all’omicidio volontario, per Turetta hanno influito le aggravanti della premeditazione, efferatezza, sequestro di persona e occultamento di cadavere.
Turetta, dopo aver ucciso Giulia a Vigonovo, aveva portato il corpo vicino al Lago di Barcis e poi ha tentato la fuga verso la Germania, dove è stato fermato. In questo anno che è trascorso dall’ omicidio della giovanissima Giulia, uccisa pochi giorni prima della sua tanto sudata e desiderata laurea, sono emersi tanti dettagli che hanno colpito l’opinione pubblica e hanno portato a questa sentenza. Basti pensare ai messaggi inviati da parte di Turetta a Giulia, la famosa “lista “ ritrovata sui dispositivi del 22enne contenente oggetti utili a quello che poi avrebbe compiuto pochi giorni dopo, gli sfoghi e le paure di Giulia. A confermare questi sentimenti di amore ossessivo, frustrazione e rabbia è lo stesso Turetta nel suo memoriale, reso noto proprio in questi giorni.
Colpiscono ancora una volta le parole di papà Gino riportate dal Corriere. Un padre composto e misurato nel suo immenso dolore: “Abbiamo perso tutti come società. Nessuno mi ridarà indietro Giulia, non sono né più sollevato né più triste rispetto a ieri. È chiaro che è stata fatta giustizia, ma dovremmo fare di più come esseri umani, la violenza di genere va combattuta con la prevenzione, non con le pene. Come essere umano mi sento sconfitto, come papà non è cambiato niente rispetto a ieri o a un anno fa”.













