È realizzata dall’Università di Cagliari buona parte dei filmati sul cibo che rappresentano la Sardegna all’EXPO e che in questi giorni stanno riscuotendo grande apprezzamento da parte del pubblico dell’evento milanese. Ricette di cibi tradizionali, schede di contestualizzazione storico-antropologica, immagini di ingredienti che scorrono sui monitor degli stand di Milano sono stati realizzati nell’ambito di un progetto affidato al CELCAM – il Centro di ricerche sugli audiovisivi del Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio – dalle Camere di commercio della Sardegna.
Il progetto – che vede coinvolti i docenti Antioco Floris, in qualità di coordinatore e regista, e Carlo Maxia, come antropologo – è stato portato avanti da una troupe composta da studenti ed ex studenti del polo umanistico che nell’arco di alcuni mesi hanno girato la Sardegna filmando la preparazione di cibi della tradizione locale, osservandone gli ingredienti e ricostruendo alcuni momenti rilevanti della filiera alimentare isolana, dal mercato del pesce cagliaritano alla pesca dell’aragosta ad Alghero, dai rituali della consumazione della vernaccia intorno alla Sartiglia alla preparazione del pane carasau e del pecorino nel nuorese.
Si tratta di una quarantina di filmati in cui le mani di cuochi professionisti o semplici massaie danno corpo a ricette come le polpette di bue rosso di Santu Lussurgiu o il cascà carlofortino, le monzette sassaresi o su filindeu nuorese, l’anguidda incasada di Santa Giusta o i ravioli di cipolla del Sarrabus, e ancora cordula e trattalia, maccarrones de ungia, panadas, pitzudas de gherda, burrida, agnello al finocchietto… il tutto accompagnato da schede divulgative che contestualizzano i diversi cibi e li inquadrano da un punto di vista storico e antropologico.












