Un incontro organizzato da alcuni movimenti per parlare di eolico e “della quantità assurda di richieste che stanno arrivando per installare aerogeneratori nel nostro territorio.
Nel mio intervento ho detto che è necessario trovare un punto di equilibrio, che oggi non c’è, tra paesaggio e necessità di produzione di energia rinnovabile, installando impianti in aree idonee e senza paesaggi da tutelare, anche se meno ventose, se ne facciano una ragione” spiega Urpi.
“E’ necessario che il governo riveda subito il precedente decreto Draghi che ha tolto ogni competenza a Regione e Comuni, avocando a se tutte le autorizzazioni per i grandi impianti.
Ma è soprattutto necessario trovare unità nel territorio per parlare con cognizione di causa delle questioni e per trovare soluzioni e controproposte, invece ieri mi è sembrato ci fosse, anche da parte di alcuni amministratori, solo tanta confusione e rabbia, che alcuni volessero solo trovare colpevoli, spaventare la gente e magari iniziare anche una triste, tristissima campagna elettorale.
Speriamo che i prossimi incontri siano più costruttivi e utili alla comunità”. Una giusta e severa riflessione su una tematica che rischia di compromettere il futuro del territorio e sulla quale tante parole si stanno spendendo e pochi i fatti concreti che si stanno mettendo in atto. Sulla questione è intervenuta anche Tiziana Mori, già amministratore a Monserrato, con una esperienza decennale come docente di diritto ambientale ai Corsi di coadiutore tutela fauna selvatica e pure Ona (operatore naturalistico ambientale) con l’università di Cagliari che segue da vicino le vicende che stanno interessando l’Isola.
“La storia e il paesaggio della Sardegna devono essere tutelati” spiega Mori, da una vita a tutela dell’ambiente, seguendo le orme del padre Gianfranco, Forestale dell’Ispettorato Ripartimentale di Cagliari, e che si schiera con il gruppo GrIg, associazione ecologista e con il CeSIM Sardegna, associazione presieduta dalla professoressa Giuseppa Tanda, già ordinaria di Preistoria e Protostoria sarda all’Università di Cagliari.
“La transizione ecologica non può calpestare la storia millenaria sarda con l’installazione di pale eoliche a poche centinaia di metri dai siti archeologici, vedasi zona di Barumini.
Purtroppo la cartina della nostra isola è costellata da una marea di pale eoliche previste in ogni dove: dai siti archeologici che ho citato prima, al mare ai monti, mettendoci in una condizione di sudditanza non tollerabile come se fossimo una sorta di megabatteria da sfruttare costantemente. Non è un caso che il Grig evidenzi che si tratterebbe allo stato di fatto di servitù energetica.
Non solo mare, ma pure montagna come nel caso della località Baccu Mandara – Bruncu de Lianu, alle pendici del massiccio dei Sette Fratelli, in Comune di Maracalagonis”. Una questione sulla quale vi è ancora tanto da fare per capire e applicare le giuste modalità di intervento.











