Non si placano i toni riguardo l’argomento più “scottante” che da mesi anima proteste pacifiche e lunghi dibattiti, anche sotto il sole, calpestando il suolo interessato dai progetti di mega impianti o innanzi a quelli già in costruzione. In prima linea, da subito, Maurizio Onnis che ha impugnato e bloccato la realizzazione delle maxi pale eoliche a due passi dai beni archeologici presenti nel territorio da lui amministrato. Ultimo motivo di dissenso è la nota inviata dalla Regione che preannuncia una serie di incontri per l’individuazione delle aree non idonee “nelle quali non sarà possibile installare impianti di energia proveniente da fonti rinnovabili. L’individuazione delle predette aree è di fondamentale importanza per la tutela del nostro patrimonio culturale, ambientale, paesaggistico e identitario” si legge. “E le «aree idonee»? E le «aree ordinarie», dove si potranno comunque piantare pale?” ribatte Onnis. “I decreti del governo trattano di aree non idonee solo a proposito delle zone naturalistiche e di beni culturali e paesaggistici tutelati. Del resto non vogliamo parlare? Stipiamo tutto dentro le aree idonee o ci arrendiamo all’idea che nelle aree ordinarie si potrà fare qualunque cosa? Ai sindaci non interessa sapere ciò che sanno già: e cioè che, correndo con la sovrintendenza, possono mettere in sicurezza qualche nuraghe. Ai sindaci interessa sapere che l’estensione delle aree idonee è la minore possibile. Eguale per le aree ordinarie, sulle quali si giocherà la vera partita”.












