“Contro la povertà non bastano i sussidi. Serve lavoro, formazione e una rete che includa tutti”.
La povertà non è solo una questione economica, ma un insieme di fragilità che toccano casa, salute, istruzione e relazioni. Ne è convinta Anna Puddu, assessora alle Politiche sociali del Comune di Cagliari, che punta su una strategia integrata per affrontarla.
«La povertà è un fenomeno multidimensionale. Dobbiamo coordinare gli strumenti nazionali, regionali e locali per coprire le aree ancora scoperte», spiega Puddu.
Al centro della sua visione c’è l’idea che il contrasto alla povertà non passi solo dai contributi economici, ma da politiche attive del lavoro. «Chi riceve un aiuto deve essere accompagnato in percorsi di formazione, borse lavoro e tirocini, che possano diventare un trampolino per l’occupazione», aggiunge.
Dai sostegni alla partecipazione: i progetti concreti
L’assessora ricorda che molte misure, come il Reddito di cittadinanza, non sono riuscite a trasformarsi in esperienze di inclusione reale. A Cagliari, però, l’amministrazione sta cercando di cambiare passo.
Tra i progetti già avviati spicca “Custodi del bello”, finanziato con Fondazione per il Sud e Caritas Italiana: persone in condizioni di svantaggio vengono formate e coinvolte in cantieri sociali per riqualificare spazi urbani e restituire decoro alla città. Un percorso che offre competenze, dignità e possibilità di assunzione.
Il Comune sta inoltre lavorando a nuovi programmi di inclusione lavorativa inseriti nel Documento unico di programmazione: iniziative che prevedono la collaborazione con Inps, terzo settore e associazioni locali per garantire interventi coordinati e mirati.
«Non basta aiutare. Dobbiamo creare opportunità per ricominciare», sottolinea Puddu, forte anche della sua lunga esperienza di vent’anni alla Caritas, a contatto con la povertà estrema.
Una Cagliari più inclusiva
L’obiettivo dell’amministrazione è ambizioso: costruire una città capace di includere e valorizzare ogni cittadino, trasformando l’assistenza in occasione di crescita personale e comunitaria.
Cagliari prova così a farsi laboratorio di un nuovo modello di welfare locale, dove formazione, lavoro e dignità diventano le chiavi per uscire davvero dalla povertà.










