Il pm Enrico Lussu “ha aperto un fascicolo contro ignoti, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, legato alla morte dei Elisabetta Montis”, la 45enne di Serramanna morta all’ospedale di San Gavino Monreale dopo oltre tre mesi di ricovero. L’informazione-conferma arriva, a notifica già ricevuta, dal legale e dalla società di risarcimenti contattata da Olivia, la madre della ragazza: la Procura ha deciso quindi di accendere i fari sulla vicenda in seguito alla dettagliata denuncia fatta da mamma, fratello e sorella della Montis ai carabinieri della stazione di Serramanna. Il prossimo passo sarà il conferimento a un medico legale per l’autopsia, che sarà eseguita non prima della prossima settimana e, forse, nemmeno nell’ospedale di San Gavino Monreale. Massimo Palisi, avvocato dei parenti della quarantacinquenne, spiega che “da una prima visione di alcune cartelle cliniche è emerso che la donna si trovasse in gravi condizioni per la presenza, nel suo corpo, di alcuni cosiddetti batteri killer quali la pseudomonas aeruginosa, lo stafilococco aureo e l’escherichia coli. I primi due possono essere contratti abbastanza di frequente in ambito sanitario”. Ma, soprattutto, per i parenti avrebbe pesato “la protesi che era stata messa un po’ di tempo fa al femore destro. È lei che avrebbe portato all’infezione e alla successiva sepsi”. Saranno, ovviamente, decisivi i riscontri del medico legale, che dovrà individuare la causa o le cause del decesso della donna.
“I familiari vogliono sapere se sia stata fatto tutto il possibile, in ambito medico, per Elisabetta. Inoltre, il suo corpo stava già lottando contro alcuni batteri cosiddetti killer”, rimarca il legale. Lunedì è prevista una fiaccolata in ricordo di Elisabetta Montis per le vie di Serramanna, e non è improbabile che amici e conoscenti sfileranno a poche ore di distanza dall’autopsia. La morte nel reparto di Terapia Intensiva di Elisabetta Montis, quindi, in attesa dei risultati medici, continua a essere un giallo che ha sconvolto un intero paese del Medio Campidano e, ancora prima, una famiglia.













