E’ guerra sui vaccini in Sardegna: Anci e comune di Quartu al Tar contro i medici ribelli

Si sono costituiti contro il ricorso dei 173 sanitari che non solo rifiutano di immunizzarsi ma contestano la sospensione dal servizio, pretendendo di andare in reparto con il rischio di infettare chiunque. Intanto a Cagliari è polemica sui manifesti choc no vax, mentre la petizione lanciata ieri per rendere obbligatorio il vaccino ha superato le 3.500 firme.


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Sui vaccini è guerra aperta in Sardegna. Mentre Cagliari è tappezzata di cartelloni choc che da via dei Donoratico a viale Marconi sparano a zero sull’immunizzazione, parlando di vaccinati contagiosi e opponendosi al green pass, messaggio pericoloso e non veritiero perché si parla di vaccini “sperimentali”, quando invece c’è stata l’approvazione, per il Pfizer, da parte dell’Fda, ed è in arrivo anche quella per Moderna e AstraZeneca, sul fronte legale ci sono importanti novità. L’Anci della Sardegna, l’Associazione di tutti i comuni dell’isola, e il sindaco di Quartu sant’Elena Graziano Milia si schierano con la Regione nella battaglia al Tar contro i 173 medici che hanno fatto ricorso contro la sospensione decisa da Ats perché non vaccinati. Il provvedimento riguarda finora 500 sanitari, ma in 173 hanno deciso di avviare la battaglia legale al tribunale amministrativo. A dare man forte alla Regione sono ora i sindaci, dall’inizio della pandemia in prima linea per cercare di tutelare le proprie comunità, che intervengono come autorità sanitarie locali. Milia ha anche avviato insieme ad alcune associazioni una campagna di raccolta firme per rendere obbligatoria la vaccinazione. Il ragionamento, oltre che essere l’unico di buon senso, è semplice: se venisse accolto il ricorso dei medici, la situazione nei reparti diventerebbe esplosiva e pericolosissima. Sarà l’avvocato Carlo Augusto Melis Costa a rappresentare Anci e Milia in giudizio. Va bene la libertà individuale insomma, ma la Costituzione garantisce e tutela anche il bene comune: quale in questo momento sia prevalente, sarà il tribunale amministrativo a deciderlo.


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