Non solo negli ospedali la situazione è difficile, molto difficile, con liste d’attesa infinite e pochi medici. E quei pochi, per giunta, secondo quanto denunciato dall’assessore della Sanità Mario Nieddu, prediligono l’intramoenia, ovvero le visite a pagamento nelle strutture pubbliche, sottraendo tempo alle visite pagate dal sistema sanitario nazionale, tanto da creare l’imbuto delle attese eterne.
La situazione è drammatica anche sul fronte dei medici di famiglia: in Sardegna ne mancano ben 334, un numero gigantesco a cui vanno aggiunti quelli delle sedi disagiate e disagiatissime, ovvero zone interne, luoghi poco raggiungibili, isole minori, insomma per dirla fuori dai denti, quei posti dove nessun medico vuole trasferirsi a vivere. Per loro, per provare a spingerli ad accettare l’incarico, la regione garantirà incentivi economici.
Il bando per i 334 posti a tempo indeterminato è pubblicato sul Buras, ma è molto alto il rischio che tante sedi restino comunque vacanti.
La situazione è davvero molto preoccupante, soprattutto in un momento di nuovo delicato per il Covid, con i reparti ospedalieri che tornano a riempirsi e i medici generici presi d’assalto dalle richieste dei pazienti positivi. Tanto che lo stesso assessore Nieddu spinge su Roma: “Devono essere trovate soluzioni urgenti da parte del ministero della Salute, affinché vengano modificate le regole e limiti che allo stato attuale non sono più adeguate a garantire ai cittadini il diritto all’assistenza”. Primo fra tutti, il numero chiuso per accedere alla facoltà di Medicina.











