Sono trascorse ormai tredici giornate dall’inizio del campionato ed il bilancio della squadra rossoblù lascia molto a desiderare, con all’attivo solo 11 punti con due sole vittorie, cinque pareggi e ben sei sconfitte ed una posizione in classifica che di settimana in settimana si fa sempre più preoccupante, con il Cagliari al quart’ultimo posto in coabitazione con il Parma ed il Genoa alla distanza di un solo punto dalla zona rossa.
L’immediato futuro prevede la partita casalinga con la Roma di Giampiero Gasperini alla Unipol Domus domenica 7 dicembre e la complicata trasferta di Bergamo il sabato successivo, contro l’Atalanta rivitalizzata dalla cura Palladino, con il rischio possibile di scivolare ancora più in basso nella graduatoria.
Preoccupa oltremodo la mancanza di un’identità precisa della squadra che Fabio Pisacane non è ancora riuscito a dare ed altresì una fragilità difensiva che, a prescindere dagli interpreti in campo, affligge ormai da diverse settimane la compagine rossoblù.
Altra carenza evidente è quella di un centrocampo privo di un assetto ben marcato in cui si nota la mancanza di un giocatore dalla personalità spiccata che riesca a dare i tempi giusti alla squadra, consentendogli in determinati momenti della gara di proteggere il reparto difensivo ed in altri di imbastire una manovra di gioco efficace e redditizia.
Spesso ci si affida alle sgroppate di giocatori come Palestra e Felici per cercare di imbastire azioni ficcanti e pericolose invece che ad un iniziativa corale ben organizzata.
Altro aspetto indicativo della mancanza di un’identità di gioco è quello della significativa frequenza delle ammonizioni in cui incorrono i giocatori rossoblù, dovuta alla carenza di schemi e automatismi nel gioco che porta irrimediabilmente il singolo calciatore a trovarsi in difficoltà ed a ricorrere sistematicamente al fallo per contrastare l’avversario di turno.
La scelta societaria di un tecnico giovane, con al suo attivo solamente l’esperienza nel Campionato Primavera, al momento non sta assolutamente ripagando le grandi aspettative che l’ambiente rossoblù aveva riposto in Fabio Pisacane.
Ci si aspettava un Cagliari propositivo, di carattere, che costruisse il suo Dna sulla grinta, il coraggio e la determinazione mentre molto spesso ha mostrato un volto timido e timoroso, subendo l’iniziativa dell’avversario e propenso più a difendere che ad offendere senza peraltro riuscire ad impostare efficacemente le gare sulla fase difensiva per poi riuscire ad organizzare una manovra apprezzabile in ripartenza.
Sono troppi gli aspetti negativi che fino ad oggi hanno caratterizzato la gestione Pisacane, che spesso ha schierato giocatori fuori ruolo, ha sperimentato soluzioni deludenti come il duo Prati-Gaetano a centrocampo e non è riuscito a cambiare il volto della squadra durante il corso della gara, per recuperare una situazione di svantaggio oppure per sfruttare i punti deboli degli avversari di turno, che avrebbero consentito talvolta di fare risultato pieno oppure di incamerare almeno un punto per muovere la classifica.
Molto spesso la squadra rossoblù appare frastornata ed in evidente confusione non solamente di fronte a compagini ben attrezzate ma altresì con formazioni alla sua portata come è accaduto contro il Verona, il Sassuolo ed il Genoa.
Probabilmente il compito affidato a Fabio Pisacane si è rivelato troppo arduo, non limitandosi solamente alla conduzione prettamente tecnica ma alla necessità di una vera e propria ricostruzione della squadra dopo la partenza di giocatori come Piccoli e Zortea, ma altresì di elementi come Marin, Makoumbou, Augello e lo stesso Viola che al di là dei loro pregi e difetti avevano maturato una discreta esperienza in serie A dimostrando spesso affidabilità e rendimento.
L’inevitabile inesperienza in serie A con la conseguente incapacità di saper ricorrere a quegli accorgimenti nella gestione delle gare che solo una lunga militanza nel massimo campionato può fornire a qualsiasi allenatore, portano a pensare che la mossa della società di affidare la panchina a Fabio Pisacane si sia rivelata troppo azzardata.











