“Io, donna amante per un colpo di fulmine. Così mi sono fermata per difendere la moglie tradita”

La storia di Roberta, cagliaritana: “Anni dopo quando io avevo già messo al mondo il mio primo figlio per strada trovai “la moglie” con il suo di figlio. Il destino volle farla diventare madre lei che non ne poteva avere. Fui cosi contenta. Fui contenta solo per lei”


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Oggi sono felicemente sposata e ho due splendidi bambini. Ma prima di arrivare a questo meraviglioso stato familiare e di coppia appagante sono passata attraverso le fiamme dell’inferno. Si perchè quando ti innamori di un uomo sposato e accetti di essere la sua amante per anni (come nel mio caso) quello a cui sei destinata è un inferno. Solo che non lo sai e anche quando cominci a capirlo che stai camminando in mezzo al fuoco difficilmente piove acqua.

Ma andiamo con ordine. Avevo 30 anni e una storia di solitudine alle spalle lunga di anni.. In cerca perenne dell’anima gemella. Tutto inizio’ con una telefonata. Feci un numero in un ufficio pubblico per lavoro e una voce molto bella mi diede le informazioni che mi servivano. Quella voce mi rimase impressa e quando il funzionario mi disse di avvicinarmi da lui per darmi il cartaceo neccessario ci andai di corsa giusto per togliermi la curiosità. Volevo assolutamente vedere se quella suadente voce corrispondeva a nche a una bella presenza. Inutile dirti che fu cosi. Voce e corpo erano la stessa cosa. Colpo di fulmine. Reciproco. Mi invitò al bar di sotto per un caffè. Parlammo, parlammo e subito mi disse, trovo’ il modo di dirmi che era sposato. Sposato da parecchi anni. Senza figli perchè mai arrivati. Mi dava l idea di un uomo, di un giovane uomo poco piu grande di me solo. Mi dava l’idea di uno che non avesse nessuno con cui parlare.

Dalla nostra conoscenza alla concrettizazione della storia ci volle veramente poco. Per essere sposato godeva di una grande libertà di movimento e di azione. Mi telefonava alle sette del mattino per darmi il buongiorno. Poi quasi ogni giorno pranzavamo insieme. Persino il fine settimana le mattine di Domenica e sabato andavamo a correre insieme al Poetto. Sembrava che per lui la moglie non esistesse. Per me ancora meno. Non provavo il minimo senso di colpa nei confronti di questa giovane donna che solo una volta avevo visto da lontano. Sapevo che era bella (detto da lui e visto poi da me) era bionda, aveva la mia età, non era sarda, non aveva amiche e una vita sociale e che era una grande lavoratrice. Non mi importava niente di lei.

Mi dicevo, e dicevo alle mie amiche, che non era un mio problema se suo marito la tradiva. Se non se lo pone lui il problema perchè io dovrei avere qualche scrupolo io?! Cosi mi tuffai in quella che per me era una grande storia d amore. La piu’ grande della mia vita. All’epoca avevo problemi di lavoro e di soldi. Ma lui risolse tutto. Mi affitto’, a una cifra simbolica, una sua lussuosa casa in pieno centro che divenne la casa dei nostri incontri.

Ero la donna piu’ felice del mondo. Parlavamo tanto condividevamo sport, cibo, film, libri e musica. Si, certo era sposato ma non me ne accorgevo. Era inesistente questa moglie. Lui non mi aveva mai detto ne promesso lascero’ mia moglie per te ( ne io glielo chiedevo). Si limitava a dire: “forse un giorno sarò libero ma lo sarò solo se mi lascia lei. Mia moglie è sola al mondo. Non ha genitori, parenti. Io 15 anni fa le ho fatto una promessa non posso abbandonarla. Ha solo me.” Fu una pugnalata questo suo dscorso ma del resto stava sempre con me, mi travolgeva con attenzioni premurose e questo suo atteggiamento quotidiano leniva le pugnalate. Viveva per me. Quindi continuavo a starci. Le amiche care a cui avevo confidato i miei sentimenti sono state molto critiche. Alcune di loro erano già sposate e mi rimproveravano di non avere una coscienza e scrupoli nei confronti della moglie ma anche di me stessa. Preferino non condividere con me gioie e dolori della mia storia d amore.

Poi ad un certo punto cominciai inspiegabilmente a sognare la moglie del mio amato tutte le notti. Sempre incubi terribili. La sognavo malata, addolorata. In pianti. Questi sogni nel tempo non mi lasciarono indifferente. Mi crearono un grosso turbamento. E se sino a quel momento effettivamente non avevo mai avuto un briciolo di attenzione e scrupolo nei confronti di questa donna sconosciuta di cui ormai però sapevo tutto, anche i piatti preferiti, oltre agli orari, alle abitudini piu intime e personali; incomincia a pensarci e provai un profondo senso di colpa nei suoi confronti. Le avevo rubato la vita. Provavo un senso di colpa nei suoi confronti e un senso di schifo nei miei. Fu l’abisso. In maniera graduale comincia a manifestare tutto il mio malessere a quello che ormai per me era il mio fidanzato. Ma non essendo il mio fidanzato le sue reazioni, in modo graduale, non erano normali. Divenne scostante, poi meno presente a tratti insolente sino a decidere di sfrattarmi. Cominciò a dirmi che stavo diventando pericolosa, che io sapevo che lui era sposato e che mi stavo appesantendo. Io dovevo essere la cosa bella della sua vita non il grillo parlante che lo fa sentire in colpa per le sue scelte. Nacquero delle liti tremende, mi prese persino a schiaffi e calci. Divento’ un uomo violento e insulso quando penso’ che tutte le sue certezze potevano svanire. Fini’ malissimo. Ne usci’ con le ossa rotte. L’anima spezzata. Il cuore devastato. La bella voce venne soppiantata da grida stridule e orrende che gridano parolacce irripetibili. Ogni tanto mi sembra ancora di sentire quelle urla. Non ho mai saputo se la moglie venne a sapere di noi. Il senso di colpa nei confronti di quella moglie non mi ha mai abbandonato. Non mi sono perdonata. Anni dopo quando io avevo già messo al mondo il mio primo figlio per strada trovai “la moglie” con il suo di figlio. Il destino volle farla diventare madre lei che non ne poteva avere. Fui cosi contenta. Fui contenta solo per lei. Lui non meriterebbe niente di ciò che ha ma la vita è cosi. Purtroppo.

Roberta, Cagliari

Commento di Raffaella Aschieri: cara Roberta che storia incredibile. Ai tradimenti siamo abituati un po tutti, io credo. Ma non siamo abituati a una donna che ad un certo punto ha una presa di coscienza, si sente in colpa e mette in discussione tutto il suo modo di vivere non tanto per se stessa o per estorcere un rapporto, ma per una donna, la tradita. La moglie ha avuto una grande complice anche se probabilmente non l ha mai saputo. E la sua complice sei tu. Forse le hai restituito un uomo migliore e una vita migliore di quella che aveva prima. Percio’ è ora che tu riesca a perdonarti. Te lo meriti. POSTA DEL CUORE CASTEDDU ON LINE SCRIVETE LE VOSTRE LETTERE A [email protected]


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