“Il green pass alla Macron? Per riaprire potrebbe essere utile, ma a lungo andare diventerebbe discriminante”. La pensa così Piero Muresu, presidente dell’associazione discoteche del nord Sardegna, mentre la situazione sembra precipitare e l’andamento dei contagi correre nuovamente. “Ci sentiamo presi a calci in faccia e stiamo vivendo in una inaccettabile situazione di sospensione. Il governo non decide, ma intanto gli abusivi imperversano. Siamo alla disperazione, molti gestori stanno aprendo: una disobbedienza civile per urlare la disperazione dell’unica categoria che finora non ha avuto né risposte né ristori”. E’ pensabile, in questa situazione di nuovo molto delicata, riaprire le discoteche? “Basta usare regole e cervello e si può riaprire, certo. Noi abbiamo proposto da tantissimo tempo di riaprire con ingressi contingentati e regole precise da rispettare anche all’interno, ma nessuno ci ascolta. Poi, però, nei bar sparano la musica e la gente balla, per non parlare dei festeggiamenti post partita, con piazze stracolme e zero controlli. Dopo quelle scene, è sempre più forte la sensazione che ci sia una discriminazione nei nostri confronti”.
I numeri, però, parlano chiaro: dal monitoraggio settimanale dell’istituto superiore della sanità, emerge che la Sardegna è la regione con la più alta incidenza di positivi ogni 100mila abitanti. “Lo so, i dati non sono incoraggianti e di sicuro non c’è da stare allegri. Ma i ricoveri sono pochi, e questo è un dato molto importante, perché significa che col vaccino e con le giuste misure di precauzione riusciamo a tenere sotto controllo la situazione”. Muresu dice che alcuni gestori in Sardegna hanno forzato la mano e deciso di aprire “organizzando cene spettacolo, ma dal punto di vista degli incassi è un disastro. Non aprire i locali significa anche compromettere il reddito di ragazzi che usavano la paga della stagione per pagarsi gli studi o per aiutare famiglie monoreddito, insomma la situazione è molto complicata anche per le ricadute economiche”. E se arrivassero ristori adeguati? “Se davvero fossero adeguati, saremmo disponibili a tenere chiuso. Ma devono esserlo davvero, perché altrimenti è impossibile resistere. Siamo davvero scoraggiati”, conclude Muresu.










