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Discarica sotterranea Molentargius, l’Arpas:”L’aria è pulita ma il terreno contaminato”

di Redazione Cagliari Online
30 Novembre 2017
in hinterland, zapertura

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L’ARPAS ha inoltrato al Comune gli esiti del Piano d’indagine preliminare sul suolo del Parco Molentargius interessato dalla combustione nel sottosuolo innescatasi in località Su Idanu. Notizie confortanti sui risultati delle analisi relative alla qualità dell’aria; sul suolo si evince una generale contaminazione nella parte superficiale, mentre in profondità non sono stati trovati metalli pesanti ma solo il superamento degli idrocarburi. Una circostanza dalla quale si può desumere che non ci sono stati e non ci sono problemi per la cittadinanza.

Le valutazioni sulla qualità dell’aria eseguita dall’ARPAS, giunte al termine di una campagna di monitoraggio effettuata dallo scorso 25 settembre al 15 novembre, non hanno infatti evidenziato alcuna criticità della qualità dell’aria, inclusi anche i parametri relativi alla diossina e agli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA). L’unica eccezione va fatta per i parametri delle polveri sottili (PM10) e del benzene, per i quali sono stati rilevati valori al di sopra della media, ma comunque entro la norma, all’inizio della campagna, con successivo decremento e stabilizzazione nella media. Nessuna criticità è emersa neanche per gli altri inquinanti. Proprio per il fatto di non aver rilevato nelle ultime settimane di misurazione alcuna criticità sulla qualità dell’aria, i tecnici dell’ARPAS hanno valutato che si potesse interrompere la campagna a metà del mese di novembre.

Inoltre, per quanto riguarda il suolo, dalla relazione dell’agenzia si evince che, su nove stazioni di campionamento, sono stati prelevati 15 campioni, che hanno evidenziato una generale contaminazione della parte superficiale del sito sottoposto a esame. Nel dettaglio i campionamenti sono stati di due tipi: 6 di ‘top soil’, ovvero lo strato superficiale di circa 10 cm, al di sotto del materiale di cava, messo a copertura nell’area interessata dall’incendio, e 9 di cosiddetto ‘suolo profondo’, cioè oltre 1 metro al di sotto del materiale di cava.

Più precisamente è stata riscontrata la presenza di Selenio, Vanadio e idrocarburi a lunga catena, presumibilmente dovuta a un contributo antropico più tipicamente industriale, nonché di metalli pesanti quali Piombo, Antimonio, Rame, Zinco, Arsenico e Argento, anche se quest’ultimo non normato dal D. Lgs 152/2006, la cui presenza i tecnici ipotizzano possa essere causata da un’attività tipicamente mineraria.

In merito viene sottolineato che il rio Is Cungiaus, immettendosi nell’area indagata, contribuisce con le sue acque e i suoi sedimenti, che si sono riversati nei decenni, all’apporto di tali metalli nella parte superficiale del terreno. Si ipotizza inoltre che molti di tali elementi sono stati assorbiti dalle piante (Arundo donax o Canna comune) durante il normale ciclo vitale e dopo la propagazione dell’incendio sono stati rilasciati e concentrati nel suolo superficiale campionato. Infatti nel suolo più profondo non si sono registrati i superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) di alcun metallo pesante, ma solo il superamento degli idrocarburi.

Infine viene sottolineato che il seppur lieve superamento delle CSC delle diossine, circoscritto in soli due punti dell’area, insieme ai modestissimi valori di benzo(a)pirene, è verosimilmente attribuibile alla combustione generata dallo stesso incendio.

Pur non strettamente legato all’indagine, ma come informazione aggiuntiva, i tecnici dell’ARPAS hanno infine evidenziato la presenza di alcuni metalli accessori, tra cui l’argento e lo stagno, i cui valori riscontrati sono significativamente elevati nei campioni di ‘top soil’ rispetto a quanto invece osservato per il suolo profondo.

“Rimane comunque irrisolta la questione della ciclicità degli incendi verificatasi nell’ultima estate all’interno del Parco di Molentargius, con il propagarsi di ben cinque roghi, sulla cui dolosità si rimane in attesa di ulteriori sviluppi” commenta il Sindaco Stefano Delunas.

 

 

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