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L’ironia non ci salverà. Non in questo caso almeno. Perché la situazione dei trasporti in Sardegna, compresa la continuità aerea che dovrebbe blindare un diritto costituzionalmente garantito, è drammatica, nonostante i post istituzionalmente inopportuni, ma sostanzialmente anche, dell’assessore regionale dei Trasporti. Moro, postando la foto di un aereo semivuoto, aveva scritto “Ma non servivano più voli?”. E sì, servono, come dimostra la situazione disastrosa di questi giorni: zero posti in continuità territoriale su Milano e prezzi delle low cost naturalmente schizzati alle stelle, roba da 300 euro a tratta perché le compagnie aeree fanno business mica politica. I sardi sono ancora una volta prigionieri dell’isola, con tanto di presa in giro istituzionale.
Il passaggio dalla Lega, l’assessore era Giorgio Todde ma nessuno lo ricorda visto il nulla assoluto dei 4 anni al comando del settore più importante insieme alla sanità, al partito di Solinas non ha portato benefici. Anzi. L’aggravante dei proclami, degli annunci, di improbabili flotte sarde e di continuità quattromoresche rende tutto ancora più sgradevole.
E a proposito di diritti costituzionali: che fine ha fatto l’insularità in costituzione che doveva essere la soluzione di tutti i mali della Sardegna? Un ennesimo vuoto a perdere, una di quelle battaglie tanto care ai Riformatori che di slogan e propaganda sono i massimi esperti, salvo poi votare per il ripristino delle province di cui loro stessi avevano chiesto l’abolizione attraverso un referendum.