Ha conosciuto, negli ultimi dieci anni della sua vita, vari dolori, tutti fortissimi, Maria Rosaria Mereu. Prima quello alla schiena, che l’ha portata a essere disabile al 100%, “avevo subìto un intervento chirurgico che non è andato bene”, poi quello per avere dovuto combattere “per ottenere l’elevatore che avevo pagato ben ventiduemila euro, il venditore era sparito per mesi e l’ho rintracciato solo grazie all’avvocato” e poi, forse, il dolore internamente peggiore, “essere osteggiata dai vicini di casa, quasi miei coetanei, per quanto riguarda l’installazione della piattaforma”. Maria Rosaria Mereu, 76enne residente a Selargius, ha dovuto lottare, firmare carte bollate e chiamare le forze dell’ordine. Oggi, dopo tre anni di deliri, può sentirsi più rilassata: “Gli operai sono intervenuti e hanno piazzato il filo elettrico, attaccato al mio contatore, indispensabile per fare funzionare l’elevatore. Non posso più camminare autonomamente, ho la carrozzina e a casa resto quasi sempre seduta”. Ma come mai i vicini, tra l’altro possibili beneficiari della piattaforma, l’hanno osteggiata? “Sostenevano che rovinasse il panorama visibile dal ballatoio, poi che i cavi andassero a deturpare un muro. In più di un’occasione hanno bloccato gli operai, pagati da me per installare l’opera, e tutto si è risolto solo dopo l’intervento, ripetuto nel tempo, dei carabinieri”. L’anziana confida che, forse, dietro il “no” all’elevatore potrebbe anche celarsi una “gelosia legata al fatto che io me lo sono potuta permettere senza chiedere soldi a nessuno”.
Certo, dall’hinterland cagliaritano è arrivata quella che si può davvero definire una brutta storia di priorità, forse, sbagliate: “Voglio solo poter uscire di casa autonomamente, per tantissimo tempo mi è stato proibito. Di sicuro, ho capito una cosa, ovvero che della disabilità, anche di un anziano, non gliene frega niente quasi a nessuno”.