Desulo, un’altra comunità sarda è senza medico di base

Oltre 2 mila abitanti costretti alla migrazione sanitaria: “Ora dobbiamo attendere le decisioni di Ares, l’istituzione di un eventuale Ascot o qualche altra “anima buona” che voglia prenderci in carico” spiega il sindaco Giovanni Melis.


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Una sanità sofferente, quella sarda, che mette in evidenza la difficoltà anche solo di avere una prescrizione medica con semplicità: la carenza dei medici di famiglia è oramai cronica, i territori sprovvisti del servizio si moltiplicano anziché diminuire e i medici, che devono tamponare le difficoltà, sono costretti a sobbarcarsi una mole di lavoro non indifferente. Desulo è solo l’ultimo caso che rientra nella lunga lista dei comuni che affrontano questo grave problema, cittadini privati del diritto di potersi recare in ambulatorio per esporre le proprie problematiche di salute, una peripezia maggiore per fragili e anziani. Un sollecito continuo e costante, rivolto alla giunta regionale al fine di trovare una soluzione a questo dramma, è, anch’esso, all’ordine del giorno da parte di amministratori, cittadini e dagli stessi operatori sanitari.

“Ringrazio il dottor Sebastiano Zanda che, dovendo frequentare la scuola di specializzazione, non potrà proseguire il lavoro in paese. Il suo ruolo da medico in trincea è stato encomiabile, sotto il profilo professionale ed umano: ci vogliono forza, competenze e coraggio a reggere un paese intero. Egli non si è risparmiato. Ora si specializzerà. Gli auguriamo una luminosa carriera e ogni miglior fortuna” ha espresso il sindaco. Un riconoscimento doveroso nei confronti di chi non si tira indietro innanzi a mille difficoltà e decide di prestare servizio e assicurare il diritto a preservare la propria salute.


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