Un lipoma la sta portando a trascorrere notti insonni e giornate colme di preoccupazione. Colette Lilliu, 39 anni, di Cagliari, ha un tumore benigno nella zona del petto “che ogni giorno sembra crescere sempre di più. Al momento è ancora sotto i cinque centimetri ma, ovviamente, potrebbe diventare più grande”. Una visita è quanto mai necessaria ma, clamorosamente, impossibile. La donna è stata dal suo medico di famiglia, la ricetta che stringe tra le mani è di quelle intermedie: “Devono visitarmi entro dieci giorni”. Peccato che sia impossibile, nel capoluogo sardo nessuno fa visite di questo tipo: “È quanto mi hanno riferito al Cup, hanno addirittura aperto la schermata per darmi la conferma che non puoi essere visitata. Ci sarebbe la possibilità di andare a Isili, Muravera o Senorbì, ma anche lì non c’è spazio. E, inoltre, non ho l’automobile e dovrei farmi almeno due viaggi in treno o in autobus”. La Lilliu ha rifiutato ma, allo stesso tempo, è rimasta sconcertata per l’impossibilità di essere visitata: “Ho chiamato i carabinieri, mi è stato detto che ho 90 giorni di tempo per presentare una denuncia”. Prima di andare per vie legali, però, la 39enne ha deciso di pensare alla sua salute.
“Sono andata in un centro privato, a Quartu. La dottoressa, molto gentile, mi ha detto che è possibile essere visitata per definire al meglio la situazione del mio lipoma ma che, se voglio farmi operare, dovrei spendere trecento euro”. Nulla da obiettare sul costo, si è pur sempre nel mondo della sanità privata: “Ma non spenderò mai quei soldi. Pago le tasse e ho il diritto di essere curata negli ospedali pubblici. E se il lipoma dovesse trasformarsi in qualcosa di più grave e nocivo, come magari un tumore maligno?”. La paura è tanta: “Andrò nella clinica privata per la visita, se però poi dovrò essere operata e non troverò posto gratis, nel pubblico, denuncerò tutto ai carabinieri, si tratta di interruzione di servizio pubblico o di pubblica necessità”.








