Dopo la fiaccolata alla quale hanno preso parte centinaia di persone, un nuovo messaggio di mamma Simona che ringrazia per la presenza e il sostegno ricevuto: “Sentiamo forte il vostro abbraccio e ci rincuora sapere che siete al nostro fianco pronti a mettervi in prima fila per chiedere giustizia”. È passato un mese da quel giorno di festa finito in tragedia per il ragazzo di 22 anni che è stato colpito a morte in mezzo alla strada, a Bari Sardo, in occasione del carnevale. Da allora per i parenti e gli amici non c’è più pace: troppo grande il dolore per la perdita assurda di Marco, gentile e solare, ben voluto da tutti. Lo hanno dimostrato anche la sera della fiaccolata a Ilbono, una marcia silenziosa che ha urlato il diritto di conoscere la verità, sino in fondo, quella, purtroppo, ancora celata. Tanti gli appelli che si sono susseguiti in queste settimane, tra le iniziative intraprese anche quella dei sassi lasciati volutamente ovunque, che riportano un messaggio inequivocabile, ossia quello di non far calare l’omertà riguardo la vicenda. “Mi chiedo se questa giustizia di cui tanto si parla sia veramente voluta da tutti” scrive la mamma di Marco. Impossibile che nessuno sappia, si fa appello al senso di responsabilità che al momento non è ancora emerso, “sei stato colpito con ferocia, con una crudeltà che non riesco a comprendere.
Tu non facevi parte di quel branco, tu non eri come loro, hai provato forse a fermare quella follia, perché tu credevi nella giustizia, nella lealtà, sempre pronto ad aiutare gli altri e invece ti hanno strappato via da noi senza nessuna pietà.
Ma l’assassino non è solo chi ha sferrato quei colpi.
E’ anche chi ha visto e ha scelto di voltarsi dall’ altra parte, chi ti ha visto cadere ed è scappato via lasciandoti morire senza guardarti negli occhi.
Chi ha preferito il silenzio alla verità. Per tutto questo provo ribrezzo.
Tu eri amico di tutti, persino di chi non meritava neppure di camminarti accanto.
Vedi amore, noi dobbiamo chiederti scusa.
Ti abbiamo insegnato a non lasciare mai nessuno in difficoltà, senza averti però insegnato a proteggerti e a difenderti dal male che esiste nel mondo.
Chi ha colpito deve pagare.
Chi ha visto e taciuto deve pagare.
Chi ha sentito e non detto deve pagare.
Anche se il prezzo più alto, il più ingiusto, l’hai pagato tu, perché a te hanno tolto la vita, condannando noi a convivere con la tua assenza, con un vuoto che nessuna parola potrà mai colmare”.












