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Il silenzio sul sagrato della chiesa di Nostra Signora delle Grazie viene interrotto solo dai pianti di qualche neonato dentro i passeggini. Per il resto, tutti con la testa china o rivolta verso l’ingresso della chiesa all’interno della quale don Gianmarco Casti celebra il funerale di Diego Tanda, il 21enne di Decimoputzu morto alle prime ore di domenica nel terribile schianto avvenuto sulla Ss 130 tra la Citroen C1 con anche lui a bordo e una Bmw. In tanti hanno deciso di essere presenti per salutare per l’ultima volta quel ragazzo che già lavorava e che, come ha ricordato più di un amico che lo conosceva, aveva “tanti progetti e sogni”. Al primo banco ci sono, distrutti dal dolore, i genitori di Diego, papà Gianni e mamma Ignazia e gli altri loro tre figli: Davide, Francesca e Giulia. Un dolore immenso per una vita spezzata in una notte d’agosto che doveva essere solo all’insegna della felicità.
All’uscita della bara, tanti i palloncini bianchi e neri liberati in cielo, qualcuno fa esplodere anche qualche piccolo petardo: “Addio campione, non ti dimenticheremo mai”, questa la frase detta da più di uno dei presenti mentre, con lo sguardo, segue i palloncini che diventano sempre più piccoli. Fuori, per l’ultimo viaggio di Diego Tanda, seppellito nel cimitero del paese, ci sono anche un gruppo di motociclisti: anche loro hanno voluto “scortare” per l’ultima volta quel “grande lavoratore”, così come l’ha definito, qualche ora a Casteddu Online, il padre di Diego, Gianni Tanda.