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Il pienone all’inaugurazione non è certamente indicativo, ma l’arrivo di Decathlon a Cagliari spaventa i commercianti delle vie dello shopping. L’apertura del colosso dell’abbigliamento specializzato soprattutto nel settore sportivo non viene visto di buon occhio da chi, già da anni, paga affitti e cerca di far quadrare i conti dal centro alla periferia. I 3600 metri quadri di Santa Gilla, con settanta giovani assunti, non bastano a placare le preoccupazioni dei negozianti cagliaritani. E c’è chi si scaglia anche contro la scelta del sindaco Paolo Truzzu di “esultare” su Facebook, con tanto di foto e messaggio beneagurante, per l’apertura di Decathlon: “Perchè la politica ha festeggiato un imprenditore che va ad investire? Il sindaco è andato a salutare il ‘signor Decathlon’, mi aspetto che partecipi anche alle future inaugurazioni dei nuovi negozi in città. Sono infastidito da questo gesto”, afferma Davide Marcello, dirigente del consorzio dei commercianti del Centro Storico. “La mia attenzione è rivolta ai colleghi che vendono la stessa tipologia dei prodotti, tutta la provincia soffrirà della presenza di Decathlon. Era già successo con Bricoman, il suo arrivo ha fatto chiudere molte piccole drogherie. Se nella bilancia mettiamo settanta assunti, a tempo determinato, nel breve periodo il saldo sarà negativo. I piccoli imprenditori che non potranno stare sul mercato, per via di un colosso, dovranno andare a casa insieme ai loro dipendenti. Diciamo da anni che dobbiamo stare attenti a ciò che succede nelle nostre vie: via Dante è un deserto, via Alghero ha 14 negozi chiusi. La città deserta è poco illuminata, brutta e pericolosa”, conclude Marcello.
E, tra i negozianti che vendono, in parte, gli stessi prodotti di Decathlon, c’è Gianluca Piras, 55 anni, titolare dal 1990 di un’attività commerciale prima nel Corso Vittorio e, da qualche anno, in via Caprera: “Sì, ho timori per l’apertura di Decathlon, i colossi fanno paura. Per certe cose, tra virgolette, sono imbattibili. Dopo Olbia e Sassari, con Cagliari hanno chiuso il triangolo. Vendo magliette tecniche e oggetti per il campeggio, come le tende”, racconta, “ognuno ha i suoi marchi, la forza di Decathlon è che produce quello che vende. Ho visto sui social che il sindaco si è rallegrato dell’apertura, pensando a qualche decina di posti di lavoro ma non ai negozianti che, forse, potrebbero essere costretti a chiudere. Non capisco, quando io ho aperto il punto in via Caprera mica è venuta. Ci sono troppi centri commerciali in città”.