Si apre il sipario su “Romeo e Giulietta” nell’affascinante versione firmata dal coreografo Davide Bombana per i giovani danzatori della compagnia Junior Balletto di Toscana: la celebre tragedia sulle punte su musiche di Sergej Prokof’ev debutterà in prima regionale mercoledì 13 aprile alle 21 al Teatro Civico Oriana Fallaci di Ozieri sotto le insegne del CeDAC, per la Stagione di Danza 2015-16 nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.
La favola crudele dei due amanti adolescenti, vittime dell’odio tra le loro famiglie, sarà in cartellone giovedì 14 aprile alle 20.30 al Teatro Eliseo di Nuoro, venerdì 15 aprile alle 21 al Teatro Comunale di Sassari, poi sabato 16 aprile ore 21 e domenica 17 aprile ore 17 per un duplice appuntamento all’Auditorium del Conservatorio “G. Pierluigi da Palestrina” di Cagliari e infine – ultima data della tournée nell’Isola – lunedì 18 aprile alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania.
Un capolavoro della storia del balletto per chiudere in bellezza la stagione dedicata all’arte di Tersicore: ispirata all’omonimo dramma di William Shakespeare, la partitura di Prokof’ev mette in luce i temi fondamentali – amore e morte – e i momenti cruciali dell’azione, dal fatale incrocio di sguardi durante la festa, al divampare della passione, tra teneri giuramenti e promesse, il matrimonio segreto, il duello e la fuga di Romeo, infine l’epilogo con veleno e pugnale e l’immagine ineludibile e indimenticabile gli sfortunati giovani uniti nell’ultimo gelido abbraccio.
Creato su commissione del Mariinsky Ballet nel 1935, il balletto nella versione originale con lieto fine non vide mai la luce, ma le musiche furono eseguite in forma di Suite a Mosca e negli Stati Uniti – il debutto in forma scenica avvenne solo nel 1938, al Mahen Theatre, in Cecoslovacchia. La fortuna di “Romeo e Giulietta” è però legata alla versione del 1940, presentata per la prima volta al Kirov Ballet di Leningrado con la coreografia di Leonid Lavrovsky, in innumerevoli declinazioni. La celebre pièce teatrale del Bardo – da cui son tratti l’omonimo poema sinfonico di Pëtr Il’ič Čajkovski e il melodramma di Charles Gounod, “I Capuleti e i Montecchi” di Vincenzo Bellini e perfino il musical “West Side Story” – racconta l’amore proibito tra due giovani appartenenti a stirpi rivali. La guerra tra le opposte fazioni costringe gli innamorati a vivere in segreto il loro sentimento, finché un matrimonio deciso e imposto dai genitori di lei rischierà di dividerli: per sfuggire alle odiose nozze la fanciulla beve un farmaco che produce uno stato simile alla morte ma il suo sposo ignaro, giunto al suo capezzale sceglierà di togliersi la vita, ed ella risvegliatasi farà lo stesso, in una duplice tragedia.
L’orribile fine dei due amanti costringerà le famiglie a fare i conti con il prezzo altissimo di una spirale senza fine di sangue e distruzione: i due corpi esanimi sono il simbolo della potenza malefica dell’odio, dell’inutilità di un conflitto che produce solo lutti e lacrime. La memoria di antichi torti, ravvivata dall’ambizione e dall’orgoglio, crea un limite invisibile e invalicabile tra le famiglie, un confine che solo l’amore riuscirà a vincere e spezzare: il sacrificio di due adolescenti, e dei tanti caduti in duello, in sfide e scontri casuali o provocati, si trasforma in tardivo suggello di pace
Shakespeare rende magistralmente lo sbocciare subitaneo e improvviso dell’amore, una folgorazioni che passa attraverso gli occhi e fa palpitare i cuori: Romeo e Giulietta, irresistibilmente attratti l’uno verso l’altra, scelgono di vivere quel sentimento fortissimo e illegale, scontrandosi con decreti e leggi non scritte, e con la volontà degli adulti in netto contrasto con le loro aspirazioni. Prokof’ev traduce in musica la dolcezza e la furia, l’intimità delle stanze e le arroganti provocazioni di un duello: una colonna sonora ora suadente ora incalzante, per l’incantesimo che si spezza sotto i colpi amari del destino.













