Una battaglia che la famiglia della Danilo Cancedda non vuole abbandonare. Tante, troppe, le anomalie riscontrate nella morte di Danilo, guardia giurata trovata senza vita a soli 40 anni lo scorso 13 febbraio.
La madre ha raccontato in questi mesi cosa secondo loro proprio non torna, come il tatuaggio che non avevano mai visto ed emerso solo con l’autopsia e la posizione in cui è stato ritrovato il corpo del figlio. Elementi che non possono coincidere con l’ipotesi del suicidio.
La famiglia, tramite il legale Mattia Alfano ha già quindi presentato richiesta d’opposizione all’archiviazione del caso.
In un’intervista rilasciata a Il Messaggero, la signora Daniela ritorna proprio su ciò che non può tornare circa un gesto volontario di Danilo, come la cintura utilizzata come cappio – che non è la stessa della sua auto. “Probabilmente Danilo aveva problemi economici ma non nuovi nè tali da spingerlo a un gesto estremo”, spiega la donna.










