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Dalla quercia alla palma – I 40 anni di Padre Padrone

di Redazione Cagliari Online
13 Dicembre 2017
in eventi

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Dalla quercia alla palma – I 40 anni di Padre Padrone

Il film, prodotto da Karel con la collaborazione della sede regionale Rai per la Sardegna, il patrocinio della Società Umanitaria-Cineteca Sarda e del Comune di Cargeghe e con il supporto della Fondazione Sardegna Film Commission, è stato presentato in anteprima nazionale il 4 novembre 2017 nella sezione “Riflessi” della Festa del Cinema di Roma. Dopo i saluti dell’ISRE, Il documentario sarà presentato dal critico cinematografico Alessandro  Stellino e in sala, oltre al regista, sarà presente l’attore Omero Antonutti.

Il documentario è dedicato agli attori sardi che nel 1977 furono protagonisti del film – vincitore della Palma d’oro a Cannes – tratto dall’omonimo romanzo di Gavino Ledda.

Quarant’anni dopo, memorie e aneddoti sul film riemergono nel documentario di Naitza con la testimonianza dei registi e dei protagonisti Omero Antonutti e Saverio Marconi che tornano in Sardegna, ritrovano i luoghi del set e le comparse sarde che regalano inediti ricordi. A far da collante a queste voci  – tra cui Nanni Moretti – lo scrittore Gavino Ledda.

Ad accompagnare la proiezione, la mostra fotografica “Lo sguardo oltre” dedicata agli iconici scatti di Umberto Montiroli, fotografo di scena sul set dei fratelli Taviani, che raccontano il dietro le quinte delle immagini più potenti e famose del film.

La mostra è concessa dalla Fondazione Sardegna Film Commission e sarà visitabile dal 15 dicembre nella sala adiacente l’auditorium del Museo del Costume, in via Mereu n. 56.

L’ingresso è gratuito.

 

IL FILM

Realizzato con la partecipazione di Paolo e Vittorio Taviani, Omero Antonutti, Saverio Marconi, Gavino Ledda, Nanni Moretti, e con le comparse che parteciparono al film, il documentario riporta i protagonisti nei luoghi del set, nella Sardegna forte e aspra della campagna di Cargeghe: Omero Antonutti (era il padre padrone) e Saverio Marconi (era il Gavino Ledda adulto) ritrovano luoghi, ambienti e le numerose comparse sarde con le quali riannodano i fili della lavorazione attraverso storie, aneddoti e curiosità; ai registi Paolo e Vittorio Taviani, il compito di aprire il baule dei loro ricordi.

Filo conduttore delle tante voci – fra le altre quella di Nanni Moretti che, giovanissimo, ricoprì in quel film un piccolo ruolo – sarà lo scrittore Gavino Ledda, per uno stimolante contrappunto tra parola letteraria e immagine filmica.

Il documentario “Dalla quercia alla palma. I 40 anni di Padre padrone”, vuole ricostruire non solo il set, mostrando come sono cambiati, trasformati o rimasti uguali i luoghi delle riprese ma anche indagare – quarant’anni dopo, appunto – sulla forza del film, il suo valore metaforico di ribellione ed emancipazione da una condizione di solitudine e analfabetismo, sulla polemica che nacque in Sardegna. “Padre padrone” di Paolo e Vittorio Taviani vinse quarant’anni fa la Palma d’oro al festival di Cannes (e il premio Fipresci della critica internazionale). Un verdetto a sorpresa, voluto con intelligente lungimiranza dal presidente della giuria Roberto Rossellini. Il film ebbe poi successo in tutto il mondo: il documentario di Sergio Naitza vuole offrire un affettuoso tributo a quel set, a una produzione che è rimasta pietra miliare della cinematografia italiana anche nell’immaginario internazionale.

LA MOSTRA

LO SGUARDO OLTRE – Le foto di Umberto Montiroli sul set di “Padre padrone”

Lo sguardo è puntato sul set, sulla scena che si sta girando. Ma non è l’occhio del regista: c’è un altro sguardo – altrettanto creativo – che racconta la stessa inquadratura attraverso un diverso punto di vista.

Il fotografo di scena è un silenzioso testimone, il primo interprete di un film che sta nascendo sul momento. E così nel suo guardare discreto e riservato, spesso, emergono storie, emozioni, dettagli nascosti dietro il film, dietro i volti della troupe.

Umberto Montiroli è uno dei maestri della vecchia guardia, ha lavorato con grandi registi, soprattutto è stato ed è il fotografo di scena di tutti i film di Paolo e Vittorio Taviani, a partire da Padre padrone.

Osservando le foto di quel set del lontano 1977 il film si arricchisce di altri significati, al di là della documentazione, della memoria: si rivive l’atmosfera delle riprese negli sguardi innocenti e spontanei dei bambini nell’aula scolastica, si indovinano i sentimenti di spaesamento e paura nel volto di Gavino piccolo isolato nell’ovile, risaltano i simbolici gesti di imposizione e ribellione tra padre padrone e figlio, si ritrova l’asprezza di una Sardegna di terra e di pietra.

E soprattutto  “parlano” i fuori scena con i fratelli Taviani al lavoro, la posizione della macchina da presa, la possibilità di capire in quali angoli il film è stato girato. Nelle foto di Montiroli, nella sua regia fotografica, si ritrova l’anima segreta di “Padre padrone”.

Umberto Montiroli nasce a Roma nel 1942. Inizia ad interessarsi di fotografia nel 1959, quando a soli 17 anni entra a lavorare nell’agenzia fotografica di G.B. Poletto, fotografo esclusivo della casa cinematografica TITANUS. Qui lavora fino al 1975, due anni dopo inizia la sua lunga carriera di fotografo di scena. Da “Padre padrone” in poi inizia la sua collaborazione con i fratelli Taviani di cui diventa il fotografo di fiducia, fino all’ultimo lavoro “Una questione privata”. Da questa collaborazione nasce un libro dal titolo “Umberto Montiroli un fotografo con i Taviani”.

Nel corso della sua carriera ha collaborato con vari autori tra cui: David Lynch, Gianni Amelio, Luigi Magni, Neri Parenti, Mimmo Calopresti, Nanni Moretti, Daniele Luchetti, Luc Besson, Sergio Citti. Ha inoltre fotografato attori e attrici del calibro di: Isabella Rossellini, Denis Hopper, Peter O’Toole, Gian Maria Volontè, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Harvey Keitel, Giancarlo Giannini, Helena Bonham Carter, Mariangela Melato,  Nastassja Kinski, Ben Gazzarra, Sergio Rubini, Penelope Cruz, Diego Abatantuono, Charlotte Rampling, Michele Placido, Riccardo Scamarcio, Kyle MacLachlan, Sabrina Ferilli, Antonio Albanese.

Tags: cinemanuoro
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