Ha percorso venti chilometri con una certezza: quella visita nefrologica tanto attesa, prenotata sei mesi fa, stava per diventare realtà. Un controllo fondamentale per chi, già diabetico, da anni convive con problemi di salute anche ai reni. Ma Giuseppe Terena, settantadue anni, si è clamorosamente visto sbattere tutte le porte in faccia del poliambulatorio dell’Asl. Appuntamento alle 11:45, Terena ha spaccato il secondo ma è rimasto con un pugno di mosche in mano. Il motivo? “La nefrologa non c’era. Ma io attendevo da sei mesi, ormai, di essere visitato”. Ed è iniziato un valzer di interventi e reciproche accuse: “Il vigilante all’ingresso non si fidava che avessi un appuntamento, ho dovuto urlare per far valere le mie ragioni. Sono arrivate delle infermiere, ognuna voleva dire la sua senza sapere perchè fossi lì”, racconta Terena. “Ho mostrato il foglio con la data e la firma del medico, solo allora si sono calmate e mi hanno detto di attendere”. Il settantaduenne si è accomodato in una poltroncina in sala d’attesa, ma inutilmente. Nessuno è più sbucato dai reparti.
“Alla fine sono andato via senza essere stato visitato e senza nessuna data sicura per il futuro. Mi hanno assicurato di aver provato a chiamarmi, qualche giorno fa, per avvisarmi della cancellazione dell’appuntamento”, ricorda Terena, “ma non ho ricevuto nessuna telefonata da numeri visibili. Dovrò attendere che la dottoressa mi richiami. Questa è la sanità isolana, però gli assessori regionali dicevano che andava tutto bene. Me ne sono accorto”.