Da Selargius, Monserrato, Cagliari a Nurallao, Isili e zone limitrofe, la solidarietà scorre tra le mani di “Giulia e i suoi Amici”: centinaia di pacchi di spesa raccolti, altrettante porzioni di cibo cucinate e consegnate alle persone più bisognose, nemmeno in estate si ferma l’opera messa in atto da un gruppo di volontari che, in pochi mesi, si sono moltiplicati come i pani e i pesci. La metafora non è casuale, a spingere una giovane donna, Giulia, estetista di professione e volontaria per passione, è stata anche la grande fede che, in un momento molto particolare della sua vita, l’ha aiutata a non arrendersi, bensì a combattere, più che mai. Ed è così che, un giorno, con il cuore gonfio di dolore, la speranza ha spazzato via la tristezza che aveva invaso il suo animo e, nel mentre che ricomponeva i cocci della sua vita, ha diviso, o meglio, condiviso ancor più ciò che lei aveva con gli altri. Con chi aveva bisogno anche solo di un pezzo di pane. Gli anni della pandemia e l’incontro con altre realtà di volontariato hanno, in breve tempo, permesso di raggiungere decine di territori, centinaia di persone, tanti senza tetto che, periodicamente, ricevono la visita degli angeli in carne e ossa. Una marcia per contrastare le situazioni più difficili, quelle dove niente si ha, nemmeno una bottiglia d’acqua: giunge la richiesta di una necessità e loro corrono, sotto il sole o la pioggia, come accaduto pochi giorni fa https://castedduonline.it/alimenti-e-acqua-per-chi-vive-in-strada-o-sotto-un-ponte/
sotto i ponti della città metropolitana di Cagliari, dove sono in tanti a vivere nell’indifferenza di molti, ma non di tutti. “Sono veramente tante le persone, le famiglie – racconta la volontaria Giulia a Casteddu Online – che si trovano in grossa difficoltà e, spesso, non chiedono aiuto ma riusciamo ad arrivare a loro in punta di piedi, pian piano, perché sappiamo anche quanto è difficile chiedere, aprirsi”. Impossibile raccogliere i dati e stilare una una tabella con numeri e luoghi poiché la situazione è un continuo evolversi, sinonimo del fragile periodo storico e sociale in cui si vive. “Ho iniziato da sola, ma ben presto siamo diventati tantissimi anche grazie a una pagina facebook, ai post condivisi sui gruppi: ci chiedono come aiutarci, cosa fare per far del bene per gli altri. Ci arrivano richieste da ogni angolo del territorio sardo, mettiamo negli stati cosa occorre ed è così che raccogliamo cibo e vestiti”. Non solo: negozi, commercianti, privati lasciano un buono spesa o qualsiasi cosa possa servire: una sinergia di forze, una rete di solidarietà che, messa insieme, è arrivata a costituire un punto di riferimento per i più bisognosi in pochi mesi. Da novembre infatti è aperta la pagina social, grazie alla quale il mondo virtuale è diventato reale. Non solo: una o più cene sono organizzate ogni mese: si ritrovano nella cucina di una volontaria, tutti gli altri mettono a disposizione qualcosa ed è così che si cucina e si consegnano i pasti caldi a chi dorme illuminato solo dalle stelle e dai lampioni delle strade. “Si dice che la beneficenza si fa in silenzio ma se non avessimo fatto così non sarebbe giunta la voce che chi ha bisogno può chiedere e chi vuole dare può farlo assieme a noi. Ogni giorno siamo sempre di più e a chi ci chiede perché impegnamo tanto tempo e risorse noi rispondiamo perché ci basta anche solo un sorriso, parlare con chi si trova in difficoltà per essere ricompensati”. Non a caso il promo di “Giulia e dei suoi Amici” è: “Dona amore lo riceverai indietro moltiplicato”.












