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Il cuore ferito di Marco, 30enne di Assemini: “Mio zio Attilio Orrù morto per la sicurezza stradale che non c’è”

di Paolo Rapeanu
4 Giugno 2018
in area-vasta, lungo-la-130

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La sua moto è una Kawasaki Z7540: tecnologia giapponese, una garanzia. Marco Palmieri, 30 anni, è uno dei membri dei “Balentes Bikers”. Nella vita fa il personal trainer, quando ha un po’ di tempo libero non ci pensa due volte e si mette in viaggio, con il resto del gruppo, sulle strade di tutta la Sardegna. Da qualche giorno, ogni volta che infila il casco e accende la moto, Marco lo fa con un nodo in gola: suo zio Attilio Orrù, autotrasportatore, è morto in sella alla sua moto lo scorso ventisei maggio: “Morto per la mancata sicurezza stradale, ha preso in pieno un cartello, bisogna ancora definire per quali motivi, ma ci sono tanti posti dove i guardrail non hanno le protezioni adeguate”, dice, nel giorno in cui viene “celebrata” l’approvazione della mozione regionale di Fratelli d’Italia proprio dedicata ai motociclisti.
Una passione impossibile da “spegnere”; quella per le moto, per Marco: “In famiglia siamo tutti cresciuti sopra una moto, qualche volta abbiamo pensato di venderle ma la passione è più forte, è un amore e una sensazione di libertà” senza nessun paragone possibile. Difficile portarla avanti dopo la scomparsa dello zio? “Sì, ma questo mi spinge ancora di più a lottare per aiutare tutti gli altri motociclisti, anch’io ho avuto incidenti, dovuti a strade nelle quali ci sono dossi non piallati o strisce di catrame. Gli automobilisti, poi, spesso ci vedono come invadenti, e ci ‘chiudono’ la strada, mettendoci in serie difficoltà”. L’ultimo pensiero, scontato dirlo, è per zio Attilio: “È lui ad avermi portato sopra una moto per la prima volta. Avevo quattro anni, in quei tempi esisteva a malapena il casco. Mi ha fatto sedere sopra il serbatoio e abbiamo fatto un giro del vicinato. Da quel momento ho bruciato le tappe e le fasce d’età, e ho sempre avuto una moto”.
Tags: asseminimarco
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