Per il presunto crac da 130 milioni del gruppo editoriale Epolis il pm Giangiacomo Pilia ha chiesto 9 anni e 4 mesi di carcere per Alberto Rigotti, ex editore del free press, 5 per il fondatore Nichi Grauso. Ancora: chiesti anche sei anni e 2 mesi per Sara Cipollini, Vincenzo Greco e Alessandro Valentino, 4 e mezzo per Michela Veronica Crescenti, 4 anni per Jahon Gaethe Visendi e tre anni per Rosanna e Rosalba Chielli. Richiesta di assoluzione per Anna Abbatecola e Claudio Noziglia. Le richieste di pena arrivano dopo anni dal rinvio a giudizio fatto dal gip Giovanni Massidda. La vicenda è nota: si tratta di una grossa inchiesta per bancarotta legata al fallimento di un progetto editoriale nato a Cagliari e che aveva portato a stampare giornali in varie città del resto d’Italia. Nel fallimento rientra anche la concessionaria pubblicitaria Publiepolis. Una storia amarissima dell’informazione sarda, che ha portato 130 giornalisti, in tutta Italia, alla disoccupazione.
Risale al 2016 l’assoluzione dell’ex vicepresidente della concessionaria di pubblicità, Carlo Momigliano. L’inchiesta aveva portato all’arresto dei vertici: Rigotti, con la vicepresidente Sara Cipollini e il consigliere di amministrazione Vincenzo Maria Greco. Per questi ultimi due erano stati disposti gli arresti domiciliari. Oggi, davanti al collegio presieduto dalla Giudice Lucia Perra, c’è stato spazio anche per parti civili. Il legale Luca Pirastu ha chiesto un risarcimento di 4 milioni per una parte dei giornalisti del free press. Dopo di lui hanno parlato anche Stefnia Alfonso, Andrea Pogliani e Nicola Littarru per la Sfirs e, per altri dipendenti e giornalisti dell’ex Epolis, Roberto Cau.









