Nella rilevazione del Covid i cani da screening sono più efficaci dei test antigenici rapidi, i famigerati tamponi la cui affidabilità è sempre stata messa in dubbio. Lo rileva lo studio multicentrico “C19-screendog”, coordinato dall’Università politecnica delle Marche, con il coinvolgimento dell’Area vasta 3 delle Marche e il Dipartimento di Prevenzione della Asl di Sassari. Studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Helyon.
Durante lo studio sono stati raccolti campioni di sudore per l’imprinting dei cani nei drive in AV3 Marche e Asl Sassari: i campioni sono stati collezionati e crio-conservati nei laboratori di ricerca delle due Aziende sanitarie. Successivamente, seguendo uno specifico protocollo, i cani sono stati educati dai cinotecnici a distinguere i campioni positivi dai negativi, sedendosi per segnalare i positivi e ignorando i negativi.. Nell’ultima fase del progetto si è passati alla validazione del test ai drive in: è stato dimostrato che i cani sono capaci di segnalare persone positive in una situazione reale, dove non è più il campione di sudore a essere annusato, ma la persona stessa. In cinque mesi sono stati testati 1.251 soggetti, tra vaccinati e non, di cui 206 positivi.