Coronavirus, alberghi vuoti a Cagliari: “Dipendenti a casa senza stipendio, abbiamo tutti le tasche vuote”

Sbarrati e senza prenotazioni, gli albergatori cagliaritani già allo stremo. Mauro Murgia: “Il Governo aiuta solo i lavoratori pubblici. Una mia dipendente ha 5 figli e non sa più come tirare avanti: l’estate? Sarà drammatica. Il ‘click day’ per avere 600 euro? Una follia”


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Il telefono del suo albergo, il Caesar’s, non squilla già da fine febbraio. Vista l’aria, Mauro Murgia (titolare dell’hotel e vicepresidente Federalberghi Sud Sardegna) ha mandato i suoi 40 dipendenti in ferie forzate: “Ma è come se fossero diventati improvvisamente disoccupati e senza nessun ammortizzatore sociale”, esordisce. “Il Governo non ha ancora messo sul piatto nulka di concreto, idem la Regione: continuano a favorire solo i lavoratori pubblici, dimenticandosi di noi. Se e quando arriveranno soldi da Roma, dovranno essere gestiti dalla Regione con i sindacati e, poi, dall’Inps. Passeranno mesi, assurdo”, afferma Murgia, “a noi serve subito liquidità, mi sono rimasti appena 15mila euro per poter ripartire quando l’emergenza Coronavirus sarà terminata”. Tutte e 48 le stanze dell’albergo di Murgia sono, insomma, destinate a rimanere vuote ancora a lungo: “Una mia dipendente ha 5 figli e non sa tirare avanti, mi telefona quasi ogni giorno per chiedermi se ci sono novità”. Ma le novità, purtroppo, non ci sono. Anzi, il Governo pensa addirittura di prolungare tutte le chiusure anche oltre la data del prossimo 3 aprile.

“La stagione estiva 2020 e praticamente compromessa, salvo miracoli. L’idea del ‘click day’ per partite Iva e lavoratori autonomi è una follia, mi chiedo se i politici ragionino prima di prendere simili decisioni. Il turismo in generale è bloccato, quello congressuale forse potrebbe riprendere da ottobre, ma solo se l’emergenza del virus sarà terminata”, dice Murgia, che, insieme ai suoi colleghi, è già pronto alla battaglia: “Siamo in una situazione di emergenza e tutti, ma proprio tutti devono fare sacrifici, non solamente noi privati. Siamo pronti a sfidare qualunque virus per andare sino a Roma a protestare”.


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