Coppia sarda all’ospedale dopo aver mangiato un fungo velenoso: “L’esperto del paese ci ha detto che era commestibile”

Due cinquantenni di Palau sono rimasti intossicati dopo aver mangiato un Omphalotus olearius. Ai medici hanno spiegato di aver ricevuto rassicurazioni “dall’esperto di funghi del paese”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Una coppia di 50enni di Palau è finita all’ospedale di Olbia per aver consumato un fungo velenoso, l’Omphalotus olearius, dal tipico colore arancione, spesso confuso per il Cantharellus cibarius, anche detto “Gallinaccio”. Ai medici, la coppia ha spiegato di aver ricevuto tutte le rassicurazioni del caso “da un esperto del paese”. Un’azione pericolosissima, sia per il consumatore che mette a rischio la propria salute, che per l'”esperto” che, in caso di conseguenze gravi (come ad esempio un danno epatico permanente), rischia una denuncia penale ed eventuali risarcimenti danni. È questo l’ultimo caso segnalato dall’Assl di Olbia: “Attenzione agli esperti improvvisati e anche alle modalità di raccolta e consumo”, spiegano i micologi.

 

Sono ben 4 le persone finite in ospedale negli scorsi giorni, fortunatamente senza grosse conseguenze, per aver sottovalutato queste indicazioni. Lo scorso fine settimana madre e figlia, di 97 e 65 anni di Aglientu, sono finite all’ospedale di Tempio Pausania per aver consumato un piatto di funghi trifolati. Le due donne avevano cucinato per cena il Macrolepiota procera, anche conosciuto come “Mazza di tamburo”, dopo tre giorni dalla raccolta: un fungo commestibile, ma leggermente tossico da crudo, e che quindi necessita di una prolungata cottura (in questo caso era stato cotto per breve tempo). Inoltre le due donne avevano raccolto il fungo a bordo strada: così come la raccolta nei parchi urbani, anche la raccolta a bordo strada è sempre sconsigliata, in quanto il fungo per sua natura assorbe ciò che gli sta intorno, quindi dagli scarichi delle vetture agli eventuali diserbanti utilizzati nei parchi cittadini. Come se non bastasse, le due hanno oltre al “cappello”, hanno consumato anche il “gambo”che, in questo caso, risulta esser fibroso, duro e poco digeribile. La mattina le donne sono finite al Pronto soccorso dell’ospedale “Paolo Dettori” di Tempio Pausania con sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale, come vomito irrefrenabile e dolori addominali violenti.


In questo articolo: