Consorzio di Bonifica della Sardegna centrale: “Rischiamo emergenza idrica se non deroghiamo al piano di gestione dell’invaso Maccheronis”

“A Posada, Siniscola, Torpè e San Teodoro, comunità che ricevono approvvigionamento idrico dall’invaso del Maccheronis, si corre seriamente il rischio che l’estate prossima ci sia un’emergenza idrica. Per questo occorre correre ai ripari subito e pensare fin da ora a trovare una soluzione”


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“A Posada, Siniscola, Torpè e San Teodoro, comunità che ricevono approvvigionamento idrico dall’invaso del Maccheronis, si corre seriamente il rischio che l’estate prossima ci sia un’emergenza idrica. Per questo occorre correre ai ripari subito e pensare fin da ora a trovare una soluzione”. 
È la richiesta del Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale attraverso il presidente Ambrogio Guiso che spiega come la quantità di acqua presente nell’invaso Maccheronis, sia sottoposta al rispetto dello schema inserito nel Piano di laminazione, dove si prevede che non si debbano superare, in determinati periodi dell’anno soglie definite, oltre le quali si potrebbe creare una situazione di pericolo per il territorio a causa del rischio alluvionale. In parole povere, si tende a riversare acqua in mare e senza riempire la diga per tutelarsi nel caso di piogge abbondanti. 
“Eppure stiamo assistendo tutti a un ribaltamento della situazione meteorologica e climatica. Ad un autunno piovoso, ne è seguito un inverno siccitoso e povero di acqua – spiega Guiso -, per questo motivo occorre prendere immediatamente provvedimenti in deroga al piano, ed evitare di sversare risorsa idrica a mare, in attesa di piogge che magari non arriveranno. Come successe in via straordinaria nel 2018 quando fu adottata la “Modifica temporanea e sperimentale delle limitazioni d’invaso per laminazione statica”. In via sperimentale appunto (era valida fino al 30 settembre 2018) e subordinata alla modifica del piano di protezione civile da parte dei Comuni di Posada e Torpè. Prevedendo quindi per il mese di febbraio 2018 il passaggio dal limite del volume d’invaso da 15 milioni di metri cubi, a 24 milioni di metri cubi”. 
Da quell’incontro emerse che la deroga al piano di laminazione e le modifiche ai piani di protezione civile di Torpè e Posada erano l’unica soluzione possibile per via del mancato adeguamento della rete di monitoraggio pluviometrico della stessa diga. Adeguamento che non risulta completato nemmeno oggi. 
“Durante l’ultima riunione che si è tenuta l’11 febbraio scorso a Cagliari, alla direzione del Distretto Idrografico è emerso – sottolinea Ambrogio Guiso - che, nonostante il sistema di monitoraggio idropluviometrico a monte della diga di Maccheronis non sia stato ancora implementato, è disponibile un sistema di controllo continuo dei livelli che garantisce la trasmissione del dato in tempo reale alla Protezione civile consentendo di garantire un efficace controllo dei volumi in ingresso al serbatoio. Per questo reputo che si potrebbe derogare al piano facendo riferimento ai dati trasmessi dal sistema che controlla i volumi in ingresso. L'acqua è un bene prezioso - conclude - non possiamo permetterci di sprecarla per il solo motivo che l'Arpas, non ha ancora istallato i rilevatori. La diga, vista la siccità imperante, non deve più gettare l'acqua in mare e il massimo invaso deve essere raggiunto già dal 1° marzo”.


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