Concessioni balneari, Confcommercio-Sib:”Servono regole certe”

In Sardegna il settore conta circa 900 concessioni balneari tra hotel e altre aziende che danno lavoro a 1500 operatori fissi e 4500 stagionali, garantendo un fatturato annuo di 150 mila euro. Confcommercio Sib: “Servono norme concrete a tutela dei concessionari”


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Servono “norme concrete a tutela dei concessionari” dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea ha dichiarato illegittima la proroga “automatica e generalizzata” al 2020 delle concessioni balneari. Nella stessa decisione però è possibile trovare alcuni spunti per disegnare norme certe e chiare e che diano un ampio respiro al settore per il quale il Governo sta disegnando una riforma attrraverso un disegno di legge. E’ questo il tema che ha animato l’incontro tra gli imprenditori di Confcommercio Sardegna, guidati dal presidente Alberto Bertolotti, il Sib con il presidente nazionale Riccardo Borgo e il ministro degli Affari Regionali, Enrico Costa.

“Per il SIB la durata del periodo transitorio era e resta di 30 anni – ha detto Bertolotti – Respingiamo l’ipotesi che il periodo transitorio possa essere limitato al tempo tecnico necessario a regioni e comuni perché facciano tutti gli atti necessari per avviare concretamente la riforma. I tempi tecnici sono indispensabili e non saranno brevi, ma sono tutt’altro rispetto a quello che la stessa Corte di Giustizia ha solennemente affermato – ha aggiunto – Noi riteniamo infatti che il periodo transitorio debba essere definito applicando il principio giuridico del ‘legittimo affidamento’ che deve essere riconosciuto a chi, facendo affidamento su leggi dello Stato e non su chiacchiere, ha costruito 30.000 imprese – ha spiegato – ha fatto investimenti, ha creato 100.000 posti di lavoro e quindi attende legittimamente concrete misure compensative a tutela dei diritti acquisiti nel momento in cui si avvia la riforma del settore. Concetti che peraltro erano alla base anche di una risoluzione del Parlamento europeo del 2011”. Alla Regione Sardegna Bertolotti chiede “un coraggioso e urgente percorso di revisione delle ormai famigerate Linee Guida per la redazione dei Pul”, i piani di utilizzo dei litorali.

“La sentenza della Corte è chiara su tutto e con l’inerzia richiamo di pagare un caro prezzo – ha detto Borgo –  Il Ddl del Governo non è tutto perfetto ma non è neppure l’ammazza imprese; piuttosto un punto di partenza sul quale lavorare. Noi siamo pronti a difendere il nostro lavoro: la battaglia la vinciamo assieme o la perdiamo assieme. Per questo credo serva andare al confronto con l’Europa con una legge forte e coraggiosa: partire al ribasso sarebbe un errore”.

Il ministro Costa ha parlato di necessità di trovare “un peridio di transizione congruo” e ha aperto al “confronto dal punto di vista tecnico con gli imprenditori per inserirci nelle maglie della Corte di Giustizia, senza paura di parlare di tutela di chi si è impegnato in questi anni: se siamo arrivati sino a qui è merito di chi ha lavorato sino ad oggi”.

In Sardegna  il settore conta circa 900 concessioni balneari tra hotel e altre aziende che danno lavoro a 1.500 operatori fissi e 4.500 stagionali, garantendo un fatturato medio annuo di 150 mila euro (dato relativo all’impresa balneare e non gli alberghi con servizio a mare).