Il Tribunale di Sorveglianza di Cagliari ha concesso nuovamente la semilibertà a Lucio Marzo, il giovane condannato a 18 anni e 8 mesi per l’omicidio volontario premeditato e pluriaggravato della fidanzata Noemi Durini, uccisa a soli 16 anni il 3 settembre 2017 a Specchia, in provincia di Lecce. Marzo, attualmente detenuto nel carcere di Bancali, a Sassari, potrà riuscire dal carcere per andare a lavorare. La misura era già stata accordata nel marzo 2024, ma fu sospesa nell’agosto dello stesso anno dopo un grave episodio: durante un permesso premio, Marzo venne fermato a Cagliari mentre guidava ubriaco, al termine di un inseguimento con le forze dell’ordine. La guida di veicoli gli era stata espressamente vietata dal magistrato di sorveglianza. Quel comportamento aveva fatto emergere forti dubbi sulla sua effettiva idoneità a beneficiare di misure alternative alla detenzione. Condannato in via definitiva nel 2019, Marzo aveva già avuto accesso a diversi permessi premio dopo appena tre anni di carcere. In quelle occasioni aveva potuto votare alle elezioni, assistere a partite di calcio del Cagliari e persino iniziare una nuova relazione sentimentale.
Tutto ciò aveva suscitato profonda indignazione, in particolare da parte della madre della vittima, Imma Izzo. Il dolore e la rabbia della famiglia di Noemi non si erano mai sopiti. In più occasioni, Imma Izzo aveva denunciato pubblicamente ciò che definiva un “fallimento del sistema di giustizia minorile”, sottolineando la pericolosità sociale di Marzo e l’inopportunità di concedergli qualsiasi tipo di beneficio. Insieme alla sua legale, Valentina Presicce, aveva anche scritto al ministro della Giustizia Carlo Nordio, chiedendo l’abolizione dei permessi premio per reati gravi come il femminicidio e sanzioni verso chi autorizza benefici in violazione di legge. “Già la parola “premio” ci fa rabbrividire. Quale premio può essere concesso a un assassino?”, aveva dichiarato Izzo in una delle sue numerose denunce pubbliche. “La nostra battaglia non si fermerà finché giustizia vera non sarà fatta per Noemi e per tutte le donne a cui è stato negato un futuro”, aveva aggiunto, promettendo di continuare a dare voce a chi, come sua figlia, non può più parlare. La nuova concessione della semilibertà a Lucio Marzo riporta oggi alla luce un caso che aveva già scosso profondamente l’opinione pubblica e rilancia il dibattito sull’efficacia e i limiti del sistema di reinserimento per i condannati per reati particolarmente gravi.