“Con la nuova riforma sanitaria subito nuove assunzioni al Brotzu, per il Microcitemico arriva un salto nel buio”

L’appello di Gianfranco Angioni dell’Usb: “Il nuovo direttore generale deve aiutare gli operatori sanitari stremati, come i pazienti, dalla pandemia. Lo scorporo del Microcitemico è un vero salto nel buio”


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“La riforma sanitaria riassegni al Brotzu quel ruolo di eccellenza che in questi anni si è deteriorato. Subito un piano straordinario di assunzioni e un nuovo Atto aziendale che ridefinisca un riassetto dipartimentale che identifichi alla guida soggetti autorevoli e di comprovata professionalità. L’ auspicio che le nomine non rispondano a logiche clientelari o ad interferenze o a pressioni politiche o sindacali”. A dirlo, in una nota, è Gianfranco Angioni dell’Usb. Dal primo gennaio del 2022 anche l’Arnas Brotzu sarà interessata dalla riforma del servizio sanitario regionale prevista dalla legge regionale 24 del 2020. Oltre alla nomina del Direttore Generale, l’assetto attuale della riforma vedrà lo scorporo del Microcitemico. Per questo Presidio Ospedaliero a tutt’oggi un vero salto nel buio, non per il conferimento degli incarichi funzionali di Coordinamento – colloqui convocati a termine dell’anno in corso, per il resto non si conoscono le metodiche del trasferimento sia delle risorse umane che di quelle tecnologiche e strumentali.

Per l’USB SANITÀ non ci sono dubbi, tutte le professionalità all’interno del Brotzu in questa fase pandemica non si sono risparmiate e con enormi sacrifici e grande professionalità hanno garantito cure e assistenza, nessun servizio è stato mai interrotto. A nostro avviso il Direttore Generale che verrà nominato, chiunque esso sia, dovrà dare priorità a reintegrare nei reparti di degenza e in tutte le unità operative di diagnosi e cure, tutte le figure professionali necessarie al fine di poter dare ristoro agli Operatori Sanitari oramai allo stremo e poter creare sinergia e operatività a livello multidisciplinare. Senza ombra di dubbio deve immediatamente ridisegnare il riassetto organizzativo dipartimentale, sia del Comparto che della Dirigenza, in quanto questi settori devono essere funzionali alle esigenze sanitarie e al governo delle diverse unità produttive sanitarie, tecniche e amministrative. Come non portare ad esempio l’indispensabile riordino del dipartimento delle malattie oncologiche e oncoematologiche piuttosto che quello dei servizi, dell’emergenza urgenza o quello internistico. È certamente inderogabile una riorganizzazione di tutte le specialistiche chirurgiche, il dipartimento in maniera imprescindibile deve inglobare al proprio interno anche le specialistiche interventistiche, le quali utilizzano durante gli interventi chirurgici la procedura robotica anche a livello trapiantistico dei diversi organi; rene, fegato, pancreas e cuore.

Le nomine dei nuovi Direttori dipartimentali è auspicabile non rispondano a pressioni o ad interferenze politiche o sindacali , in quanto è indispensabile da parte di chi sarà preposto ad assolvere a tale compito avere competenza e autorevolezza per poter predisporre un architettura organizzativa che dia risposte alle correlate esigenze degli operatori e dei pazienti. Le persone individuate dovranno garantire una presenza congrua e adeguata allo svolgimento dei compiti affidati, tutto deve essere mirato alla massima trasparenza come la pubblicazione di tutti i curriculum degli incarichi conferiti. Sarebbe inoltre opportuno valutare attentamente se una nomina già esistente possa rivestire tale ruolo o addirittura creare presupposto di danno erariale in considerazione dei vari incarichi affidati anche in campo universitario. Come Sindacato, l’Usb a tutti i livelli della confederazione sarà sicuramente attento alle varie fasi di consolidamento organizzativo, se sarà necessario, oltre ad essere come sempre propositivo e costruttivo non esiterà a mettere in campo anche le proprie prerogative di lotta, affinché si riaprano subito i pronto soccorso e vengano garantiti in maniera globale pieni diritti e tutele verso gli operatori, ma soprattutto verso i pazienti che in questo periodo di pandemia a livello generale del territorio regionale hanno pagato un prezzo altissimo per la mancanza di cure e di assistenza. Non è più accettabile che i pazienti ancora una volta loro malgrado si vedano coinvolti in un altra “faraonica” riorganizzazione ospedaliera, non vorremmo che i presupposti a cui si sta assistendo in questo ore sulla spartizione delle nomine, potessero già evidenziare la cronaca sanitaria di un disastro annunciato.


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