“No a Zedda, una minestra riscaldata. Meglio le primarie che potrebbero svolgersi tra il 21 e il 28 aprile”. La lista Uniti per Alessandra Todde lancia l’appello alla coalizione di centrosinistra per le prossime comunali. Una delegazione della civica che porta il nome della governatrice (quarta forza della coalizione, capace di prendere a Cagliari il 5, 58 %) composta da Giovanni Dore, Luisa Giua Marassi e Antonello Lai ha partecipato al tavolo cittadino per le elezioni di Cagliari.
Le primarie, secondo i partiti al tavolo della coalizione, sono quasi impossibili per la ristrettezza dei tempi. In campo, al momento c’è solo la candidatura dell’ex sindaco Massimo Zedda avanzata dai Progressisti. Ma il Pd potrebbe avanzare qualche nome nei prossimi (Piero Comandini o in alternativa Danilo Fadda o Camilla Soru). E Uniti per Alessandra Todde esprime tutto il proprio scetticismo per l’ex primo cittadino.
“L’unico modo per recuperare questa disaffezione è quella di un dibattito “aperto” tra i possibili candidati sulla “idea di città” dei prossimi 20 anni, alla luce del sole e col coinvolgimento dei cittadini, con primarie aperte da svolgersi tra il 21 e il 28 aprile (data ultima possibile in vista delle elezioni che saranno il 9 giugno)”, si legge in un post pubblicato su Facebook, “questa proposta non ha trovato grande riscontro nelle altre forze che preferiscono seguire lo schema utilizzato per la scelta Todde alle regionali.
Stavolta però con una forte differenza, perché, quando il tavolo regionale ha cominciato a lavorare nello scorso luglio (col morale sotto i tacchi) non c’erano candidature in campo. Mentre nel nostro caso ce n’è già una, ufficializzata da mesi e una sensazione da “partita già vinta”.
Quindi mentre il tavolo regionale ha dovuto svolgere un complesso lavoro di sintesi, di elaborazione di un programma e, infine, di scelta di un candidato “innovativo” (comunque perdendo una buona fetta di partiti che poi si sono ritrovati in un altro campo e con altra candidatura), il tavolo “comunale” rischia di ridursi a “ratificare” una proposta di candidatura (comunque forte, ma non certo innovativa) già in campo ritornando -sostanzialmente- al gruppo e metodi del 2016/2019.
È vero che questo schema – di fronte ai disastri del centrodestra – può essere sufficiente per vincere, ma è altrettanto vero che rischia tanto di assaporare ad una “minestra riscaldata”.
Auspichiamo quindi che tutte le forze politiche in campo se -come pare- decideranno di non affrontare la sfida delle “primarie” siano capaci di scelte innovative e coraggiose per il futuro della città che oggi ha bisogno di una guida competente e autorevole (non autoritaria) per uscire dalle macerie lasciate dall’amministrazione uscente, ma anche da tante scelte sbagliate (o non scelte) di un recente passato”.
Tuttavia la posizione di “Uniti per Alessandra Todde” non è univoca. Antonello Lai ha preso le distanze dalla definizione di “minestra riscaldata” con la quale Dore ha bocciato la candidatura di Zedda.
“Siamo andati in 3 all’assemblea del campo largo ha preso la parola Giovanni Dore, parlando di minestra riscaldata forse in maniera un po’ incauta, forse non volendo essere nemmeno così netto”, spiega Lai, “contraddistinguendo la sua affermazione con una richiesta di ricorso alle primarie. Io non sono d’accordo sul termine utilizzato da Dore, anzi nutro fiducia nei confronti di Zedda che ritengo un buon politico. E non nulla da dire sulla sua legittima candidatura, anche perché non vedo altre persone di spicco nel campo largo. Tuttavia”, conclude, “anche se il metodo Todde ha dato ottimi risultati, ben vengano le primarie che sono un atto di democrazia”.











