Claudio Perra, 95enne di Monserrato, è stato un partigiano. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 ha scelto di contribuire alla causa di chi ha liberato l’Italia dall’oppressione nazifascista. Carabiniere, nel momento più caldo del conflitto era a Roma: “Per ordine del generale Graziani tutti noi carabinieri eravamo stati disarmati e le caserme erano state accerchiate. Sono scappato, rifugiano mi a casa di un colonnello sardo dell’esercito, dove viveva una mia cugina amica della loro famiglia”, racconta Perra. “Dopo circa un mese ho liberato e salvato la vita a giornalisti, senatori e dame a San Gregorio al Celio, le SS e i fascisti volevano trasferirli a Verona per processarli in un tribunale speciale. Quell’evento è ricordato come la ‘beffa’ di San Gregorio al Celio”. Mesi e mesi di confusione, radio-popolo diceva che gli alleati erano già arrivati ma non era vero.
“Una volta la Gestapo aveva iniziato a sparare, ma non mi hanno colpito”. Poi, la guerra che finisce e il lento ritorno alla normalità (e alla casa natale, in Sardegna). Perra ha deciso di raccontare questi fatti dopo tantissimi anni, spinto da alcuni suoi amici. Anche per lanciare, nel 2019, un messaggio-sos ai giovani: “Attenti alla propaganda di certi partiti populisti, è così che ha iniziato anche Mussolini, imbrogliando proprio i più giovani”. Parola di partigiano.










